468 Mutuo Arancio
 
   
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Bachi da pietra
Franklin Delano
C.O.D.
Cinemavolta
Mariposa
Vega Enduro
Snowdonia Records
Scuola Furano






Snowdonia Records

Sempre più prolifica, più “unica” per scelta di artisti e predilezioni sonore all’interno nel panorama indipendente italiano, la Snowdonia di recente ha sfornato la no-wave cocente dei Larsen Lombriki e “Lo Zecchino d’Oro dell’Underground”, raccolta di interpretazioni di piccoli “classici” dell’indie (o quasi indie) italiano da parte di bambini e, del resto, operazione che bene incarna l’anima ludica dell’etichetta messinese. I suoi due padroni di casa Cinzia Lafauci e Alberto Scotti raccontano qui di seguito, in maniera “politicamente scorretta” quanto basta, lo spirito che anima la loro “creatura”.

Mi sembra di capire che una delle parole chiave per Snowdonia sia "gioco". Voi due giocate, vi piace che gli artisti "giochino": sbaglio?
Tutto dipende dal senso che si dà al termine. Uno dei comandamenti più irritanti del mondo dello spettacolo recita che un artista non dovrebbe mai prendersi sul serio, noi non siamo d’accordo. Ma anche qui bisogna intendersi sul concetto di “prendersi sul serio”. Bono Vox che schiocca le dita per mandare i soldi in Africa sta “giocando” col fuoco, per sua fortuna viaggia scortato, altrimenti qualsiasi essere umano di buon senso lo prenderebbe a ceffoni. Si gioca a fare i discografici in un contesto di rifiuto, pressapochismo e apatia, si gioca a fare le rockstar. La vera tragedia è che siamo tutti impotenti come bambini, nessun viagra può aiutarci. La nostra è una moscacieca esistenziale.

I giochi, però, hanno quasi sempre delle regole. Quali sono le "vostre" regole di etichetta o, per intenderci, cos'è per voi il gioco scorretto, quello che vi fa proprio incazzare?
Ci fa incazzare molto il fatto che manchi il senso della comunità: troppi fili staccati, troppa gente che senti ogni giorno quando c’è un progetto in ballo e poi non senti più. Ci fanno incazzare quelli che usano i forum per sfogare le frustrazioni. Odiamo quelli che pensano che la musica sia una faccenda di note in sequenza più o meno logica (quello suona peggio, quello suona meglio, quello mi ha fatto ballare). Non ci piacciono i giornalisti da catena di montaggio, quelli che il disco poi finisce in cantina (oddio! C’è la rece da fare, cosa ha scritto Stefano Isidoro Bianchi?). In genere ci si ferma al messaggio immediato, perchè non capisci il senso profondo delle cose? La poesia nel rock’n’roll, l’aspetto malinconico di Alvaro Vitali, i proiettili sensoriali di Pasquale Panella. Gli Offlagadiscopax fanno cagare perchè ci sono già stati i Massimo Volume. La musica è troppo new wave, somigliano tanto ai CCCP.

Anche la citazione è una forma di gioco e mi pare di capire che le fonti di ispirazione hanno un ruolo particolare nella "poetica" snowdoniana.
È assolutamente vero. Tutti noi abbiamo dentro un miliardo di immagini, suoni, colori, suggestioni. A noi piace farle venire fuori, nell’illusione di rianimarle, ricontestualizzarle, farle stridere, ostentarle. Il ricordo, la citazione è un fatto sentimentale, ma anche una strategia politica. Si tratta di tirar fuori il coniglio dal cilindro. La citazione è come un sale che si fa annusare a chi è svenuto. Probabilmente siamo patetici, ne abbiamo consapevolezza, però crediamo che gli esseri umani possano essere capaci di fare meraviglie, basta svegliarsi, lavarsi il viso, andare.

La Snowdonia potrebbe essere lo strano frutto di un'amore della no-wave nato sotto il sole messinese.
Sì, è vero: qualche volta, ascoltando i Contortions ci siamo immaginati a New York, dentro un film di Abel Ferrara a trapanare le vittime, per rinascere puri. Poi ci siamo accorti che i Tangerine Dream avrebbero potuto comporre “Electronic Meditation” sul lago Maulazzo e che Palermo non è meno selvaggia e disperata delle metropoli americane. La nostra ambizione massima è raccontare di noi, senza scadere in osceni razzismi etnografici e castratori in stile Agricantus.

Mi pare che cerchiate il più possibile un certo compromesso tra esterofilia e campanilismo sonoro: un equilibrio tra oltre-post-punk e cantato in italiano.
Ci interessa che ogni nostro gruppo in un modo o nell’altro parli di sé: non è questione di pop, punk, rock, avanguardia, jazz o post punk. L’abilità sta nel far proprie quelle forme, cucirsele addosso e riempirle della propria vita, dei propri sogni, frustrazioni, allegrie, esperienze, ambizioni. Nessun musicista dovrebbe dire in musica qualcosa che si discosti più di tanto da quello di cui parla con gli amici o da ciò che sogna quando si addormenta.

Immaginatevi un festival Snowdonia con due ospiti e un presentatore d'eccezione, pescando tra quelli che avete sempre sognato di trovarvi davanti. Suonerebbero, ovviamente, tutte le "vostre" band.
Buona sera (segue battuta che ammicca a quel particolare umorismo piccolo borghese che sta a metà strada tra le barzellette della settimana enigmistica, il TG5 e gli scherzi pseudo nazisti da ufficio/Zelig). Sono il vostro Enrico Silvestrin, sono molto alternativo, ho deciso che mi abbasserò le mutande (risate). Ecco a voi Loredana Bertè! Ecco, sì, ho deciso, adesso lo ammazzo. Loredana uccide Silvestrin e si mette a modulare suoni bellissimi con il suo naso (togliendolo dalla faccia con un coltello dal manico di tartaruga). Peggio per te che hai tagliato i capelli cretino! Qualcosa di buono esce dal corpo di Silvestrin, il corpo morto di un veejay produce musica ok. W Loredana, scheggia impazzita! Si dia inizio ai concerti, con calma però.
                                                                                                                                   Marina Pierri

Contatti: www.snowdonia.it

 
 
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