Il debutto nel 1978. Da quel momento, per usare una sua frase, la macchina Tich non ha mai dato segni di cedimento e di resa. E mai per una volta ci troviamo di fronte ad un artista che ha voluto mantenere coerente e irremovibile la sua scelta di restare “indipendente”, lontano dai grandi media e dal grande mercato della musica in cui poi, in fin dei conti, di grande musica non si parla quasi mai. Da numerosi progetti che oltrepassano anche i confini della musica d'autore italiana, oggi arriva un doppio disco dal titolo “Una cometa di sangue” che ci racconta il suo peregrinare in questa vita con immagini e cartoline visionarie di vissuto quotidiano e di riflessioni in questo doppio disco uscito per la Interbeat e Snowdonia. La nostra intervista ad Andrea Tich.

L'Alfa e l'Omega. “Masturbati” uscito nel 1978 a questo nuovo doppio disco “Una cometa di sangue” uscito oggi. La prima grande differenza?
Dal punto di vista temporale, Masturbati era concepito come il disco di Andrea Tich il cantante non allineato della scuderia CRAMPS di Gianni Sassi, che si affacciava al mondo della musica in modo naif e puro, riportando su vinile esattamente quello che registrava nello sgabuzzino di casa con un REVOX B77 sovraincidendo le varie tracce, e anche se la produzione era di Claudio Rocchi, è stato riprodotto fedelmente quello che erano i provini con in più il prezioso apporto strumentale di Claudio Panarello, Lucio Fabbri, Hug Bullen, Daniele Cavallanti e Pino Patti. Infatti, quando SONY ripubblicherà l'intero catalogo Cramps, mi piacerebbe curare la rimasterizzazione del mio disco Masturbati, con alcune bonus tracks che sarebbero poi le versioni originali di alcune canzoni. Una cometa di sangue invece, pur mantenendo l'essenza di quello che è il mio modo di concepire le canzoni, è un lavoro consapevole e maturo, e anche se è in contrapposizione, avendo io, la sindrome di Peter Pan a livelli massimi, è anche ironico, giocoso e naif, proprio come nel 1978.

Dalla copertina ritroviamo subito l'ingrediente fondamentale. Il mondo visionario ed etereo. Un modo per sconfiggere la realtà terrena?
Il disegno della copertina (come tutti i disegni dei miei dischi), è un mio quadro che non di discosta da quello che faccio musicalmente, cieli, lune, stelle, spazi e sogni, sono gli ingredienti dei miei lavori in generale. L'immensità dei pensieri tradotta in musica e disegni, una visione completa di quello che rappresenta la mia arte.

“Una cometa di sangue” che poi è anche la prima traccia del secondo di questo doppio disco. Cosa prendere da questa immagine forte? Quanto c'è di “religioso” in senso generico, quanto c'è di speranza e quanto di autobiografico?
È vero, è un immagine forte, ma non c'è nulla di religioso o autobiografico, si tratta semplicemente della cruda realtà, penso che anche le cose più tradizionali che ti danno sicurezza perchè fanno parte della tua cultura, possono cambiare.

Oltre al mondo psichedelico e visionario, la tua canzone d'autore è decisamente fuori dai canali mediatici più importanti. E sei sempre stato coerente in questo anche quando nel grande schermo ci sei finito di diritto. Come mai questa scelta?
Stranamente pur essendo alle prime armi con la difficile realtà di Milano ai tempi del mio primo disco, mi sono sempre battuto per portare avanti il mio personale discorso musicale, devo dire che con CRAMPS di Gianni Sassi non è stato difficile, ma nel tempo, ho combattuto non poco con altre realtà discografiche, fino ad incappare nell'episodio “Sono Tich”, evento isolato nel mondo “tradizionale discografico”, da cui sono subito fuggito per riprendere le mie strane canzoni. La mia musica non è allineata e appartiene alla “resistenza musicale”, come io la definisco.

L'elettronica oggi quanto aiuta la tua produzione? E se non ci fosse?
Se per elettronica si intendono i mezzi che oggi la tecnologia mette a disposizione per la realizzazione finale delle canzoni, cioè registrare in casa a qualsiasi ora, mixare, ecc. devo dire che sarebbe un pochino complicato perchè dovrei ricorrere agli studi di registrazione e ai loro tempi. Se invece per elettronica si intende l'utilizzo di strumenti, sequencer e simili, non avrei problemi a suonare tutto in acustico/elettrico, imitando i sequencer e simili così come ho fatto registrando “masturbati”

Mi colpisce tanto la frase “Col tempo, quel che è strano diventa normale”. Un frase tratta dal brano “Biodiversi”. Un racconto di quel che è oggi oppure è una previsione per il domani?
Se ti presentassero una persona che indossa un cappello a larghe falde tempestato di fiori, un pò ti sorprenderebbe, ma se continuassi a frequentarla, giorno dopo giorno, il suo cappello con tutti i fiori, diventerebbero invisibilmente normali. Quindi…

Tanto mondo visionario deve per forza accompagnarsi ad un video. Ci diamo un appuntamento in tal senso?
Mi piacerebbe fare qualcosa di originale, senza cadere nel banale e scontato. So che non è facile, ma ci sto lavorando… anzi se a qualcuno viene qualche idea, si faccia avanti.