Le canzoni vegetali di Andrea Tich

Strano anno il 1978, con il rapimento e l'uccisione di Aldo Moro e poi il mistero dell'aereo DC9 caduto ad Ustica… strano anno che vide giungere (per modo di dire) nei negozi due dischi “strani”, due debutti “non allineati” (come si diceva all'epoca): quello di Faust'O con Suicidio (CGD) e quello di Andrea Tich con Masturbati (Cramps). Il primo artista nato in provincia di Pordenone, l'altro in provincia di Siracusa. Probabilmente si avvertiva la decadenza, la fine di una stagione, la new wave che avanzava.

Tich, in particolare, è un artista complesso dalle molte facce. Siciliano, con padre di Fiume e madre di Francoforte… è anche disegnatore e fumettista (le sue tavole con l'omino TICH appaiono sulla rivista di fumetti “Sorry” già nel 1973).

Partecipa ad alcune manifestazioni e festival pop in quel periodo: Il concerto ad Aprilia per nuovi gruppi, Il festival pop di nuove tendenze e d'avanguardia a Nettuno, Pop festival di Caracalla (Roma), Zerbo Pop (Milano), Palermo pop.

Da Augusta si trasferisce a Milano con il fido compagno d'avventura Claudio Panarello (batterista, ancora oggi al suo fianco) ed approda alla corte Cramps di sua maestà Gianni Sassi, che capisce il talento, la particolarità, l'originalità del suo progetto fuori dalle righe. Nasce così questo disco di culto in cui ci sono canzoni che si intitolano Uccello (non il volatile), Masturbati (e nei concerti si invitano gli spettatori a mimare l'onanismo).

« Il 20 gennaio del 1978 – ricorda - entrai in sala di registrazione (J.S.Bach Recording Studio in via Carbonera a Milano) e iniziai a registrare il mio album Masturbati con la produzione di Claudio Rocchi e con i musicisti Hugh Bullen al basso, naturalmente Claudio Panarello alla batteria e percussioni, Lucio Fabbri alle tastiere e al violino, Daniele Cavallanti al sax, Pino Patti alla chitarra ed io che suonavo un po' di tutto e cantavo le mie “strane” canzoni ».

La sua musica la si è ricollegata a Ivan Cattaneo, ad Alfredo Cohen, insomma al filone della canzone gay… ma Andrea non ama i collegamenti. « Lo scaffale della “musica omosessuale” – ci dice - è uno solo, mentre quello della musica etero ha varie classificazioni basate su stile, genere, sonorità ecc… la musica è musica… le classificazioni, sono sempre riduttive e non tengono conto che ogni uomo è “diverso” ».

Ha ragione da vendere. Il difetto di molti critici e cronisti della musica, compreso il sottoscritto, è di affiancare, accostare, catalogare… ma il suo percorso è indubbiamente originale e unico.

Nel 1982 pubblica quella che è la sua ultima uscita da solista, il 45 giri Sono Tich .

E' proficua la collaborazione che avvia con Maurizio Marsico… la sua attività musicale si diversifica e aumentano i progetti paralleli legati al mondo dell'arte, delle colonne sonore, dei jingle televisivi e del teatro. E' affascinato anche dalla musica elettronica. Con Marsico, a quattro mani, realizza due dischi Le avventure di Paul Silence (Tamm, EP 1987) e Milano città nella città (Tamm 1992).

« Con Maurizio collaborammo a tanti progetti musicali alcuni dei quali riconosciuti e apprezzati… ero la voce nella colonna sonora del primo film elettronico interamente realizzato in Italia: Mefistofunk , con Monofonic Orchestra, mi occupavo del background con musica dal vivo suonata sul film di Alfred Hitchcock The Farmesr's Wife , Stereo un film di David Cronemberg spettacolo multimediale per Suoni & Visioni con musica dal vivo, insieme a musicisti del calibro di Rhys Chatham, Giulio Capiozzo, Robert Brown, Steve Piccolo, Tommaso Leddi, e naturalmente Maurizio Marsico ».

Da segnalare anche, più recentemente, la collaborazione alla colonna sonora del film di Claudio Rocchi Pedra Mendalza con la canzone Troppa felicità (riproposta in Siamo nati vegetali).

Questo il ricordo di Claudio Rocchi sulla collaborazione del passato e del presente con Andrea Tich che ci viene affidato per email, in una pausa nel suo lavoro di pre-produzione del nuovo atteso disco di rocksongs: « Gianni Sassi (Mr Cramps) sente da Tofani (Area) che me la cavo con la tecniche di registrazione. Mi chiama e mi chiede di occuparmi del giovane Andrea. Ci conosciamo e preproduciamo nel mio laboratorio domestico le tracce. Poi in studio al Joahan Sebastian Bach per un disco sottile, di punto vista shiftato, comunque singolare. Alla Cramps, di solito, non producevano nulla che non avesse specificità e carattere. Con Andrea black out per anni, poi ricomparso d'affetto a un concerto ed un suo pezzo nella mia soundtrack di Pedra Mendalza. Molto intenso, per una scena che mi piace ancora molto anche grazie alla sua track....».

Viene pubblicato ora, a 32 anni di distanza dal suo primo album, il nuovo disco solista di Andrea Tich, Siamo nati vegetali (Snowdonia). In un certo qual modo c'è il ritorno alla sua Sicilia affidando il suo lavoro alla intraprendente label messinese curata da Alberto Scotti e Cinzia La Fauci.

« Sono felice di aver conosciuto Andrea – ci dice Cinzia La Fauci, discografica e componente della band Maisie – E' una magnifica persona, sensibile, piena di energie positive oltre che un eccellente artista. E sono orgogliosa di aver prodotto con Snowdonia il suo cd di splendide, delicate canzoni. Adesso lui ha scritto la musica di ben due canzoni del nuovo disco dei Maisie ed ha arrangiato la title track: non escludo che in futuro la nostra collaborazione si trasformi in una famiglia di fatto, magari fonderemo i “maisich”! ».

La Sicilia fantastica è ricordata nella canzone Meduse in amore… racconta una leggenda che quando le meduse sono in amore se uno dei due muore l'altra si abbandona sulla spiaggia e lascia che il sole con il suo calore la trasformi in una gemma di vetro…e nella notte dal cielo un angelo la raccoglie e ne fa un prezioso diadema.

C'è ancora il suo omino TICH in copertina e nel booklet (con le stesse tavole pubblicate dal fumetto “Sorry”). MondoTICH della cover è rettangolare con un grande omino-terra sui cui lati si sviluppano gli alberi e la vita… L'omino ci fa comprendere che questo disco si ricollega straordinariamente al 33 giri del 1978 (ed alcune canzoni risalgono all' epoca).

Nelle sue canzoni “strane e non allineate” – forse l'unica etichetta che meritano – ci ritrovi echi (di atmosfere, di sonorità) di Camerini, di Camisasca, del primo Battiato. Ha dichiarato un amore forte per Frank Zappa e molta della sua visionarietà è proprio zappiana. L'ironia, l'eccesso (?), la dissacrazione ma anche le sonorità curate e ricercate. Ci ritrovi nelle sue atmosfere anche, a tratti, Claudio Rocchi (quello acustico, del suo primo disco, di "La tua prima luna"...).

Con garbo ma determinazione ci dice: « Non mi faccio influenzare molto dalla musica che ascolto, gli unici miei ispiratori sono stati Frank Zappa (per la sua avanguardistica originalità, completamente fuori dai canoni tradizionali) e Franco Battiato (per le emozioni della sua prima produzione e il sapore sottile delle sonorità siciliane)… tutto il resto è Andrea Tich ».

Le sue canzoni sembrano quasi un concept; raccontano una storia di vita (vissuta o inventata poco importa) in cui molti omosessuali possono ritrovarsi (ma attenzione la parola omosessuale non appare mai nelle sue canzoni, « per me – ci dice al telefono – esiste solo l'amore »).

Di seguito l'intervista per contrAPPUNTI.  

Mi ha colpito che il comunicato stampa della Cramps dell'epoca definisse il tuo 33 giri “sereno”. Tutto ti aspetti meno che un disco, che si intitola “Masturbati”, che si cimenta sul territorio dell'omosessualità, sia sereno…

Al contrario, era talmente sereno per me e alieno a qualsiasi classificazione, che rasentava il naif. Il titolo (fortemente voluto dalla mente eclettica di Gianni Sassi), era semplicemente una delle canzoni contenute nell'album definito dalla stampa dell'epoca “non allineato”.

Eppure il nuovo disco Siamo nati vegetali lo definirei proprio così: sereno. Anzi di “agghiacciante serenità”. La tua voce – calda, tranquilla, che non urla, che non si scompone neppure quando “grida” dolore – resta sempre “serena”. Ma è una serenità apparente dietro tempeste interiori.

La coerenza è il comune denominatore della mia vita artistica, molte tracce contenute nel disco Siamo nati vegetali avrebbero fatto parte del secondo album con Cramps, che purtroppo non è stato mai realizzato. Si, le tempeste interiori hanno una valenza considerevole, ma chi di noi non ha le sue tempeste quotidiane?

Perché “agghiacciante”? Perché così sono rimasto quando canti in Raccontami : «In vita mia non ho sentito molto calore, chissà se in futuro sarò più fortunato». Resti annichilito di fronte ad un messaggio del genere. Eppure non è pessimista, c'è una persona che pensa che il futuro possa essere migliore…

Raccontami è una delle canzoni che preferisco, è cruda realtà… amare la vita così tanto da giustificare anche quello che ti procura tristezza, una dimensione di odio/amore per quello che la tua vita è, ma la speranza, come dicono, è l'ultima a morire…

Sotto il profilo musicale, delle sonorità, Siamo nati vegetali è un cd “caldo”; ci sono sonorità avvolgenti. C'è una voce che trasmette calore. “Dentro”, però, nel messaggio affidato al testo, c'è freddezza. Si sente dolore interiore. E' un'impressione sbagliata?

Quando scrivo musica, mi lascio ispirare dall'armonia appena creata, e in base a quello che mi trasmette, scrivo il testo, praticamente un'ispirazione nell'ispirazione. La voce mi piace spesso usarla quasi “dialogata”, con sonorità profonde che scaturiscono dalla mia timbrica di tono basso.

Il fare musica appare terapeutico, curativo di un “dolore” che l'artista si porta dentro da sempre. In Luna trasparente parli del tuo rapporto con la musica, che è vista come un'amante infedele, che tradisce (o che tu tradisci). A me sembra “curativa”. La vivi come se affrontassi una seduta psicoanalitica… sbaglio?

Mah…ti dirò, siamo tutti un pochino psicoanalisti, ci psicoanalizziamo quotidianamente ma rigorosamente in silenzio per non scoprirci. Nella canzone Luna trasparente parlo della musica, che certe volte ami incommensurabilmente, e certe altre la odi profondamente, ma come nel rapporto di coppia c'è odio e amore, e questa equazione secondo me, è l'ideale per vivere insieme fedelmente infedeli.

I testi delle canzoni spesso appaiono come se fossero tratti da un diario personale. Parafrasando il titolo di una tua canzone ( Una storia ), sembra che ci sia una storia raccontata, la tua personale. Il disco sembra quasi un concept, cioè con canzoni che sembrano unite tra di loro.

All'inizio della mia scoperta musicale, concepivo le canzoni legandole insieme come se fosse un'opera, questa cosa è rimasta latente nel tempo, dici bene, molte canzoni raccontano episodi più o meno privati della mia vita, a volte questo avviene fedelmente, a volte fantasticando un po'… quale sarà la verità?

Posso raccontarti la storia che emerge dal concept, almeno per me? Ci sono due ragazzi di notte che si abbandonano a pulsioni amorose ( Entra piano ). Ad un tratto qualcuno entra e li scopre ( Una storia ). E' un genitore? Forse… scopre che il figlio è omosessuale. L'amico ti chiede un aiuto per spiegare al proprio genitore chi sia e come voglia vivere la propria vita. Lo fai ma provi tanta vergogna ( Iòi che coccolo ). Poi c'è la fuga dalla terra amata, la nostalgia, il ricordo della felicità da bambini, fatta dal sorriso dei genitori, dalle piccole cose quotidiani ( Troppa felicità ). Si vive la propria condizione (di emigrante, di omosessuale, di difficoltà economiche, non so) con dolore, ma pensando che la felicità possa bussare alla porta ( Raccontami ). La via di fuga spinge (o può spingere) a utilizzare droghe, a volare e spargere se stessi nel cielo ( Invece di volare ). Questo ho percepito e non so se corrisponde al vero. Ma se è così, questo è un diario personale. A volte mi è sembrato di essere quasi un intruso che sbircia nel diario segreto di un altro. Talmente mi è apparso, in alcuni passaggi, personale e intimo.

Complimenti! Ciò vuol dire che hai ascoltato con molta attenzione il mio disco… Sì, è vero, come ti dicevo prima, c'è una continuità relativa ai fatti che racconto nelle mie canzoni, la vita, le esperienze, gli stati d'animo e tanto altro ancora, fanno parte del mio istinto creativo, i testi, le armonie, i paesaggi musicali, rendono la mia musica “strana” e inconsueta, ed è così che mi piace.

Mi sembra che dietro la provocazione (dell'epoca) con un titolo forte, con uno spettacolo in cui facevi mimare la masturbazione agli spettatori, dietro ad un rock omosessuale che ha poco da spartire con Cattaneo, Cohen, la politica, il “Fuori” ci sia un artista sensibile teso a riflettere sull'io interiore. E credo, molti nella tua storia e nella tua musica si siano ritrovati. Da ciò la spiegazione come “Masturbati” sia diventato un oggetto di culto.

Il mio non è un rock “omosessuale” e tantomeno allineabile a Cattaneo, Cohen, la politica o altro, posso considerarmi un anarchico della musica, che rifiuta categoricamente etichette, catalogazioni ecc, la musica è musica! Non amo molto le classificazioni, sono sempre riduttive e non tengono conto che ogni uomo è “diverso”. E' un fatto automatico quello di accostarmi ai personaggi che hai citato, ma ognuno di noi dice cose diverse nella maniera che più si avvicina al proprio essere; purtroppo lo “scomparto” dell'omosessualità musicale è uno solo, mentre quello “etero” ha varie classificazioni basate sullo stile, genere, sonorità ecc…

Mi sono sempre chiesto, a proposito del titolo del tuo primo disco "Masturbati" se il titolo sia una esortazione (masturbati!) o una imprecazione (masturbàti), come dire "deviati" ...

“Mastùrbati” con l'accento sulla “U”, è una poesia sonora sull'atto del masturbarsi maschile in tutte le sue fasi compreso il finale che ha un vago senso di colpa che proviene da una società ecclesiasticocastratrice…«tanto bello prima…quanto triste dopo», dice la canzone.

Mi racconti come hai lavorato con Rocchi ed i musicisti (Lucio Fabbri, Hugh Bullen, ecc.). Entrando in sala d'incisione sono rimaste le tue sonorità, il progetto originale come l'avevi concepito…?

E' stata un'esperienza senza dubbio bella, Claudio Rocchi è una persona molto sensibile e rispettosa, ha lasciato che le canzoni fossero riprodotte fedelmente ai provini che avevo realizzato in casa, aggiungendo idee sonore e strumenti come il sax di Daniele Cavallanti, il violino e il sintetizzatore di Lucio Fabbri e il basso di Hugh Bullen, aggiungendo quel tocco personale che ha reso il disco “oggetto di culto”. I provini originali li avevo realizzati in Sicilia, sovraincidendo varie tracce con il Revox A77, io e Claudio Panarello fido batterista e ispiratore, nonché produttore di Siamo nati vegetali , suonavamo praticamente tutto, nel vero senso della parola, non so tipo di barattoli per riprodurre suoni strani o piccoli xilofoni giocattolo per creare sonorità inconsuete, oppure mandando il nastro più lento per fare sì che la voce risultasse bambinesca. Alcune di queste tracce sono state “insertate” in alcune canzoni del nuovo album.

Parliamo ora del TICH dei disegni. L'omino triste in un mondo in cui le mele cadono con il paracadute. Certo il disegno si unisce alla visione musicale. Un tassello di visionarietà...

TICH o l'omino, come dir si voglia, è il mio alter ego, la parte di me che vive nel suo mondo fantastico, costellato di situazioni irreali. E' il mio bambino, il mio avatar, a volte mi lascio trasportare nel suo mondo privato, e quando ritorno, scrivo una canzone.

Mi hai detto che stai pensando ad una particolare performance live… ci illustri il progetto?

Sto preparando e ultimando il mio spettacolo dal vivo che spero di portare in giro. Si tratta dell'installazione di uno spazio nel quale ricreo una parte del mio cosmo, dove mi muovo, mando loop e proietto video. Lo show sarà un'occasione per entrare nel mio mondo poetico/musicale privato, e la musica sarà fatta di sensazioni pure, sonorità eteree e flashback psichedelici, insomma ascolterete le mie strane canzoni.

A cura di Gaetano Menna