Il Mucchio n. 536 - Giugno 2003

In occasione dell'uscita del terzo CD dei Maisie, è stato doveroso incontrare Cinzia La Fauci - titolare assieme ad Alberto Scotti del duo messinese - per parlare non solo di "Music Is A Fish Defrosted With A Hair-Dryer" (recensione a pag. XIl) ma anche della Snowdonia, etichetta gestita dalla stessa Cinzia che offre asilo a tanti "genialoidi" sparsi per l'Europa...

Il nuovo Maisie inizia con Marco Pustianaz che elogia il vostro operato. Snowdonia anni fa era la sua fanzine e voi per ispirazione e devozione, quando ha chiuso, gli avete chiesto se potevate ereditarne il nome. Perché vi piaceva Snowdonia cosa aveva di speciale?


In Snowdonia c'era una fondamentale autoironia che serpeggiava fra le varie cose. Ci piaceva il loro modo pop e giocoso di vivere suoni e atteggiamenti come centro di diffusione di idee, e cosi io e Alberto abbiamo pensato di occuparci e di raccogliere le varie musiche "deviate" sparse per l'Italia e non solo.

Quando hai iniziato, quali erano i tuoi parametri perché i CD che ti proponevano fossero pubblicabili?

Noi pubblichiamo solo quello che ci fa urlare "wow che figo!!", per cui è difficile darti coordinate precise. Essendo molto elastici nell'ascolto e nel confronto con le cose non c'è una logica "di genere" ma "di gusto”, il mio. Ci sono cose che si mescolano allegramente insieme e vanno dalla new wave all'elettronica filo-tedesca, dal pop al free jazz fino alle orchestrine che accompagnano I'entrata del circo in città. Tutto questo insieme fa la Snowdonia.

Chi tra i tuoi protetti ti ha dato più soddisfazioni?


Le soddisfazioni musicali ci sono sempre, visto che siamo estremamente esigenti e alla fine abbiamo dato vita a progetti in cui credevamo. Quindi ti rispondo "tutti", perché ogni disco deriva da un mio amore per un certo tipo di suono o di "genere" che mi gira in testa in un certo periodo.

Ti senti influenzata o incoraggiata dagli artisti che ti girano intorno?

Si. Più che un'etichetta Ia Snowdonia è un laboratorio di idee, e dunque nei Maisie capita di rado che i pezzi siano suonati solo da noi: la norma è invitare altri musicisti a collaborare. Ii nostro ultimo CD è un'opera strettamente compositiva per quanto riguarda me e Alberto: infatti noi abbiamo scritto le musiche e Ie abbiamo affidati a Falter Brank, ovvero Frank Lambert da Lille, che assieme agli strumentisti del Centro di musica sperimentale francese ha svolto un ottimo lavoro. Musichette circensi e varie altre scorie in un'atmosfera swing e immagini filmiche dappertutto.

Come è nata la vostra collaborazione?

Lui è un avanguardista francese. Ci siamo scambiati progetti e nostri dischi, e a noi sono molto piaciute le sue sonorità e il suo modo di progettarle. Ci ha fatto venire in mente che si poteva avere un nuovo aspetto dei Maisie riascoltando le nostre idee attraverso i suoi filtri mentali. È stato interessante sentire le melodie arrangiate da me, che ho una voce medio bassa in un tipo di scrittura che alla fine è pop, cantate come in un musical.

Come avete risolto i problemi logistici?

Sentendoci spessissimo al telefono e tramite Internet. Alberto e io abbiamo scritto gli spartiti e glieli abbiamo spediti. Man mano che il progetto prendeva forma si cercava di studiare insieme un suono, e a furia di limare è venuto fuori. Lui e i suoi musicisti hanno reso Ie nostre melodie davvero co mplete. In generale, il disco ha un'ispirazione molto cinematografica e i pezzi sono nati da miei cult: ad esempio "Las momias" le cui atmosfere guardano al cinema messicano con le mummie che lottano contro Dracula, o "Sadist Of Notre Dame", che invece vive del contatto con le forme visionarie e filmiche di Jess Franco. Sono contenta per come le musiche sono state "scongelate" da questi musicisti figli di Kurt Weill e delle melodie popolari.

Il pop malato di "Sun Burns In Pink Air", lnvece?

È un incubo sulla città contaminata: un posto urbano post-atomico con tanti zombie, e infatti la parte centrale ha una significativa cupezza degradata.

E "Dick Smart 2007", dove ci sono anche i toscani Edoardo Ricci e Jacopo Andreini?

È ispirata ai film che cercano di imitare gli "007" e le loro atmosfere sospese.

Come mai una doppia interpretazione per "My Body Was A Lumlnous Accumulator"? E qual è il tema della canzone?

Ci piacevano tantissimo sia Ia rilettura romantica dei tedeschi Daisy Cooper e sia quella completamente diversa di Frank Lambert. Ii brano parla di come essere colpiti da energie provenienti dalla terra in cui vivi: il rapporto tra il tuo corpo e quello che senti e percepisci intorno che diventa una fusione, un canto panteistico, una malata new age.

Cosa avete ln ballo con Snowdonia in questo periodo?

Una compilation in cui diversi gruppi esteri interpretano pezzi di Mina e Celentano degli anni '50 e '60. Mi piaceva molto l'effetto "pop" che si aveva con gli stranieri che cantavano storpiando le parole dei successi italiani. Il progetto ha riscosso tanto entusiasmo da diventare un CD doppio. Uscirà a novembre, ora stiamo preparando la veste grafica. E poi, assieme a diversi nostri amici, rifaremo per tre volte il primo album degli Stooges.

Cosa salveresti e cosa no, della musica delle piccole etichette italiane?

Non salvo chi riprende un suono scontato che viene dall'estero e lo ricalca, in modo che il ragazzino simpatico ma ignorantello ci si riconosca e ci sbavi dietro senza farci nessun ragionamento personale. Salvo, invece, tutti i musicisti e tutte le etichette che hanno duemila ascolti e si confrontano rimescolando tutto allegramente ma anche tetramente, senza però fermarsi nell'elaborazione artistica, mentale, umorale e musicale. Ad esempio, la Burp o Bar La Muerte. Non dimentico poi l'ottima Mizmaze, con cui abbiamo realizzato varie co-produzioni, e "Floralia 4", la continuazione tematica di questo progetto di musica psichedelica condotto con amore e assoluta passione da Giampiero Fleba.

Francesca Ognibene