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Snowdonia: allo zecchino d'oro dell'underground
L'idea è quella di affidare delle composizioni a bambini dai 3 ai 12 anni, con l'intento di far giocare i bambini con le cose dei grandi.Intervista a Cinzia La Fauci su un'etichetta discografica underground siciliana. La chiacchierata parte da una polemica con la band Transgender sulla cover del disco prodotto con Stalin crocefisso... Copertina che si fa vedere per un disco che, sotto il profilo dei contenuti musicali, si fa ascoltare...

Cinzia La Fauci e Alberto Scotti

discografici di Snowdonia

 

 

 

 

La copertina del disco dei "Transgender" con Stalin crocefisso ha fatto discutere. C'è stato un "corpo a corpo" tra gruppo e label (Snowdonia)

"Non è una questione di gusto che riguarda la bellezza o meno dell'artwork - afferma la band emiliana -  La grafica nel suo complesso ha molteplici livelli di lettura, ma tra questi c'è senza dubbio l'interpretazione politica, e non ci interessa di quale tipo, se di sinistra o di destra, perché i Transgender hanno scelto consapevolmente di non essere collegati in nessun modo, anche il più lontano, a qualsiasi tipo di politica”.

Replica la casa discografica (Cinzia La Fauci) "Nel caso specifico non siamo neppure d'accordo sulla chiave di lettura "politica" che la band fa del nostro lavoro. Abbiamo utilizzato un immaginario "sovietico" semplicemente perchè la musica ci suggeriva l'idea di un sogno, di una sfida al mondo, ci trasmetteva l'idea di un voler ricominciare a sognare in un mondo distrutto, chiuso su se stesso e sul proprio dolore. Quelle "parole" che volano alto, arrivano al cielo, quel lirismo "esplosivo" ci ha fatto pensare ad un epoca in cui l'umanità aveva grandi sogni, un'epoca in cui i grandi artisti si sentivano parte attiva in un mondo che doveva cambiare, diventare migliore, quasi perfetto.Questo sogno puoi chiamarlo cristianesimo, comunismo, anarchia, pacifismo ecc... Abbiamo usato l'immagine di Stalin crocifisso come simbolo (uno qualsiasi) di un sogno perso, tradito, di una sconfitta (dell'arte, della politica, dell'amore..non ha nessuna importanza). Chi ci conosce sa che non siamo così gretti da piazzare una falce e martello su un disco per dire siamo comunisti! Oppure un fascio per urlare: "Viva il duce!". Non siamo come quei ragazzotti idioti che vanno all'MTV day con la bandiera del Che”.

 

Un incontro di boxe su una copertina "scomoda”. La cosa ci ha divertito. Abbiamo contattato Snowdonia e chiacchierato con Cinzia di artwork, di underground, di rapporti artisti-etichette e delle cover provocatorie degli anni Settanta.

 

- Come e quando nasce Snowdonia? Quali le sue proposte musicali? È apprezzabile ancor più - a mio avviso - il fatto che nasca nel "profondo Sud"...

 Snowdonia nasce tanti anni fa, nel corso di quegli anni 80 dai quali non siamo mai usciti (intendo dire tutti noi, come genere umano). Inizialmente era una fanzine e anche una attivissima tape label guidata da quel Marco Pustianaz che adesso alterna l'attività di amatore a quella di docente universitario. Accadde che i Maisie (il mio gruppo) inviarono al Pustianaz una cassettina (davvero indecente), lui che ha sempre badato più alla simpatia delle persone che al loro talento musicale ci pubblicò. Nacque una grande amicizia, così quando decise di mettere fine alla sua creatura, noi la salvammo dalla morte. La nuova Snowdonia (ri)nasce nel 1997 con la compilation "Orchestre Meccaniche Italiane", basata sulla megalomane idea di dimostrare che non tutta la musica prodotta in Italia (nei bassifondi) era necessariamente un polpettone fatto di pessime imitazioni di modelli anglosassoni e proclami politico/populistici (era la magica epoca delle posse). Quando il direttore di Blow Up Stefano Isidoro Bianchi scrisse "semplicemente la miglior compilation prodotta in Italia da molti anni a questa parte" ci convicemmo di essere bravi e non ci siamo più tirati indietro (c'è una sottile auto-ironia in questa affermazione, ma senza esagerare). Riguardo alla collocazione geografica Snowdonia è profondamente meridionale, perché solo un meridionale avrebbe potuto concepire una "cosa" talmente improduttiva, giocosa, basata sulla lentezza, sulla contemplazione e su quella poca voglia di lavorare di cui siamo fieri. Spero che il Sud resti non industrializzato molto a lungo, noi preferiamo l'agricoltura, che è un lavoro vero, fatto con le mani, non con le pinze (con tutto il rispetto per le pinze).

 

- Tu di cosa ti occupi in Snowdonia?

Di tutto: grafiche, scelta dei gruppi, relazioni pubbliche (meglio se telefoniche, adoro parlare al telefono). In realtà Snowdonia è una creatura condotta e gestita in ogni aspetto da Cinzia La Fauci (che sono io) e Alberto Scotti (che è lui, ma non sta badando a noi in questo momento). Aggiungo che Alberto non usa il telefono dal 1994, è l'anima grigia, misteriosa e  silenziosa di Snowdonia.

 

- Che significa fare underground negli anni Duemila?

Oddio, è un pò come cercare di vendere liuti ai metallari oppure libretti rossi di Mao nei congressi di Forza Italia. A noi "diverte" il fatto di essere di troppo, in buona sostanza lo facciamo perché nessuno sembra sentirne il bisogno.

 

- Prevedete nuove uscite discografiche? Ce ne puoi parlare?

 Noi siamo più metodici degli svizzeri, dal 2001 produciamo 8 dischi all'anno. Farlo è estremamente semplice, ci basta ascoltare i demo che ci arrivano, scartare quelli orrendi, buttare quelli carini, ridere di quelli perfetti e mandare in stampa quelli che ci piacciono davvero. Il più delle volte si tratta di musica invendibile oppure di musica vendibilissima, solo che, come saprai bene, per vendere musica non occorre produrne di buona, basta solo avere un pozzo di denaro da investire in pubblicità. Nessuno compra quello di cui ha bisogno, si limita a comprare quello di cui crede di aver bisogno a causa del martellamento promozionale, non è un meccanismo che ho scoperto io, è la base del capitalismo. Un progetto di cui andiamo particolarmente fieri vedrà la luce nei primi mesi del 2005, si tratta di una compilation dal titolo "lo zecchino d'oro dell'underground", l'idea è quella di affidare delle composizioni a bambini dai 3 ai 12 anni, facendole cantare a loro. Non si tratta ovviamente di musica per bambini, si tratta piuttosto di far giocare i bambini con le cose dei grandi, loro saranno le star, noi dei patetici pupazzi. L'idea è nata da una riflessione molto semplice: il mondo così com'è fa schifo, eppure quando eravamo bambini alla televisione potevamo (anche per sbaglio) vedere un film di Pasolini in prima serata, potevamo gustarci cartoni come "la famiglia Mezil". Adesso stiamo allevando una generazione intera a colpi di Fiction e Reality Show, li facciamo giocare con i cellulari che scattano le fotografie. Insomma: se il mondo adesso fa schifo figuriamoci come sarà tra 20 anni.

 

- Anche il Vs approccio con internet è particolare. Con un sito che vuole  "semplificare", ironicamente  "banalizzare"...

 A noi interessa semplicemente valorizzare il colore, vorremmo colorare le nostre città, le nostre vite, i luoghi di lavoro, siamo però coscienti che si tratta di pura illusione, anzi di auto-ipnosi. Ci interessa recuperare l'idea di gioco, di semplicità visiva, ci piacciono le forme elementari, le allusioni piuttosto che i proclami.

 

- le cover di Snowdonia sono sempre realizzate dalla direzione artistica dell'etichetta?

 Sono sempre, tranne in rari casi, realizzate dai Maisie (ovvero Cinzia e Alberto).

 

- come nasce una cover Snowdonia?

 In maniera molto semplice: ascoltiamo il disco in cuffia, lungamente e lasciamo che siano le immagini a fare capolino tra le sinapsi. Questa è una prima fase, diciamo "istintiva", poi entra in gioco la ragione, la morale, la politica. Ci piace l'idea che una cover rappresenti la nostra idea della musica di quella band ma ci piace anche che possa avere valore in se, siamo interessati a suscitare dibattiti, non scioccamente a turbare le coscienze (per quello ci pensa il Grande Fratello).

 

- La copertina dell'album dei Transgender ha fatto discutere. Con qualche perplessità della stessa band. Eppure è  quasi una "citazione letteraria".Io ho pensato a la classe operaio  va in Paradiso... Ma anche al libro... "Porci con le ali" (che in un certo senso anticipava i discorsi sulla fine delle ideologie). E poi non so "The Wall" dei Pink Floyd (la caduta del muro di Berlino con il muro che veniva eretto e smontato sul palco della band)...

 È esattamente così, per noi quell'immagine rappresenta la fine di un mondo, di un epoca. Rappresenta allo stesso modo la mancanza di futuro, la paura ma anche la possibilità di una rinascita, di qualcosa che venga fuori dalle rovine. Vorrei anche aggiungere che il delitto più grande del passato millennio è senza dubbio la rimozione di quel "sogno" collettivo ma anche della realtà dei paesi dell'est. Con tutte le sue aberrazioni il socialismo reale era comunque "qualcosa", fatto di immagini, edifici, lotte, modi di vita. Per il 90% dell'opinione pubblica di oggi quei paesi rappresentano solo i luoghi da dove vengono le puttane e i nuovi mafiosi. Io ho visitato la Repubblica Ceca, la Romania, la Bulgaria, la Russia e ho trovato suoni, colori, cultura, dignità. Parlo di una cultura che si costruiva sotterraneamente per sopravvivere al comunismo ma anche di quella "ufficiale", delle sue icone, delle sue gigantesche follie, gigantesche nel senso di enormi, imponenti ed impotenti, come l'acquedotto di Praga. Io ci penserei due volte a dire che Zeffirelli è più interessante di Vertov.

 

- I tuoi gusti musicali si riflettono nelle scelte Snowdonia?

 Al 100%. Snowdonia si basa sui miei gusti musicali. Devo direi che Transgender è l'unica "cosa" vicina ad una idea di progressive che io abbia mai prodotto. In realtà, come sai, c'è stata questa frattura post 77...la forma canzone rinnovata, stravolta, distrutta è stata una risposta a quella che veniva vista come una musica borghese, ampollosa, fine a se stessa. Mi sono ritrovata più a crescere con i Bauhaus che con i gentle giants Però, alla lunga mi sono accorta che sono tutte panzane, nel senso che come ascoltatrice mi sono ritrovata a recuperare molto progressive che tutto è tranne che ampolloso e fine a se stesso, anzi è pieno del puro piacere del suonare, ricco di soluzioni, di arrangiamenti geniali. Per cui adesso

rientrano tra i miei ascolti abituali band come Catapilla, Spring, Quatermass, Grits, i primi Genesis, Henry Cow, Family, Arcadium, East of eden ecc...

 

- la cover dell'album dei Transgender mi sembra  un richiamo ad un periodo progressive (sarebbe stata stupenda a dimensione 33 giri). C'è  il tentativo di rivalorizzare l'art cover?

 Credo che oggi si sia del tutto disabituati ad un'idea di arte "ambigua", che possa suscitare, il dubbio, la riflessione...si preferisce qualcosa di carino, decorativo, che non offenda nessuno e che piaccia un pò a tutti. Peccato che io non sia d'accordo...sono una persona che pensa che l'arte debba sporcarsi con la "politica", eccome se lo penso!

 

- D'accordo con te. La musica si sporcava con la politica, eccome. Sarà che erano i miei 70, anni particolari, in cui si cercava di scuotere, di colpire (ricordo la copertina di Fetus del primo Battiato che scandalizzò e quella del suo secondo disco Pollution con il crocefisso che all'epoca suonava blasfema...come vedi la cover dei Transgender è molto progressive...

Io comunque non avevo intenzione di scandalizzare. Secondo me la ricerca di "scandalo" spesso finisce per essere un modo comodo e veloce per guadagnare spazio e attenzione all'interno delle regole della società dello spettacolo. A me interessava,semplicemente, concepire un'immagine che facesse pensare alla fine tragica di un mondo, di un sogno, di una utopia. Per me loStalin crocefisso era un modo di dire: abbiamo messo fine al comunismo... cosa ne sarà dei nostri sogni? Potranno risorgere? Non intendo "solo" parlare dell'utopia comunista, ma di qualsiasi altra utopia, anche semplicemente nella banale, cristiana, speranza di un futuro migliore, più umano.

 

- D'altronde gli Area insegnano con Arbet Macht Frei (Il lavoro rende liberi). la frase dei campi di concentramento nazisti. li si poteva tacciare di nazimo? E l'inserire la pistola p38 di cartone

nell'album: li potevi tacciare di terrorismo (in anni bui)?

 Ci mancherebbe altro! Sarebbe come dire che Martin Scorsese incoraggia la mafia o che Abel Ferrara incoraggia la violenza metropolitana. È un discorso elementare, a me sembra surreale che nel 2004 io debba precisare queste banalità con degli artisti...non ha senso.

 

Per inciso le copertine degli album degli Area erano realizzate daldiscografico Sassi (Cramps) senza coinvolgere la band.

Lo so bene, io ritengo che sia quasi "dovere" di un'etichetta discografica (almeno per come la intendo io) avere la libertà di comunicare graficamente. Il segno grafico è stato fondamentale per tutte le etichette che stimo, dalla Cramps, alla 4AD, alla Cherry Red ecc... Bisogna fare molta attenzione a questo, non si tratta di limitare la creatività delle band, si tratta di capire bene chi debba fare cosa e perchè. Il mio modo di intendere un'etichetta è simile a quella della Factory di Warhol, mi piace che ci sia un segno, un'idea dietro...la stessa idea che mi porta a scegliere una band piuttosto che un'altra, è tutto un insieme etico/estetico. Ovviamente lungi da me l'idea di paragonarci a Warhol, alla Cherry red oppure a Martin Scorsese, per carità

 

a cura di Gaetano Menna

 

Le immagini proposte sono cover di album targati Snowdonia



 I link correlati all'argomento
 · La recensione del disco dei Transgender
 · Snowdonia
 
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