Alla fine è stata la Snowdonia di Messina a credere nei pesaresi Aerodynamics, che su "Fuori dal Mucchio" avevamo segnalato più di due anni or sono colpiti dalla bizzarra energia che scaturiva dall'intreccio di campionamenti, basso, tastiere e voci. Finalisti ad Arezzo Wave nel 1999 e protagonisti di "Arezzo Wave On The Rocks", Giuliano Antinori, Toto Ondedei e Mirco Bertuccioli hanno lunghe storie individuali - a Number Two, Fangoso Lagoons. Sense 8, Margot - e insieme riescono a esprimere davvero il meglio di una generazione passata ad ascoltare la new wave anni '80, la lounge della cocktail generation e certe avanguardie che di tanto in tanto fanno capolino nelle canzoni. Nei nove episodi di "Courmayeur" gli Aerodynamics trovano la giusta miscela tra l'usato pop e la voglia di guardare lontano arricchendo la ricetta con il suono elettronico delle nuove frontiere angloamericane. Così si concedono aperture in puro stile cold wave ("Kolbaki"), sintetizzatore e rhythm machine con un tocco di chitarre ripescate dai profondi anni '60, ma anche di inserire un pezzo di pacato delirio elettronico come Love Me In Courmayeur che chiude l'opera con velata malinconia. Bravi gli Aerodynamics che diversificano toni e atmosfere con una accurata ricerca dove la magia ipnotica del suono si abbandona al piacere della musica in un buon disco sospeso tra lacrime e sorrisi, tra nuovi ritmi e arie da commedia anni '50 dove ognuno usa al meglio il proprio talento. Abbandonando, se necessario. gli schemi, oppure giocandoci con rinnovata ironia.

F.B.