Rintocchi di psichedelismi analogici in "Zero" di Fausto Balbo, areato da quel gusto di morte degli interstizi della casa, dal pallore assassino della verità dei condomini. Musica di frigoriferi risonanti e del ricordo di mangiatori orrendi. È l'urbanità sconfitta quella di Balbo, l'umanità sconfitta. Le corse sul balcone quando il cuore può scoppiare, come il dopo quando è più agghiacciante. Rotoli di equilibri sazi, solo laboratori di deserti rossogrigi, la chimica perfetta della paura. Chitarre liquide che ti decentrano il cervello, stanze vuote, pronte. L'idea dell'isolamento del Battiato 1970, l'ideatore Eno, i corridoi d'acciaio dei '70 sono rientri. L'asettico satollo, il sottobosco nucleare, il giallo sporcato azzerato. Che non senti il rumore, gambe calde tremori. Battuta la voglia tremenda di essere nato Balbo. Mucchi di ghiaccio di polvere, reversa.
Reversa.
(8)

Christian Zingales