La curiosità nasce subito dal mistero sull'identità dei protagonisti di questo disco: sappiamo che si tratta di un terzetto di (non) musicisti genovesi, ma non è dato conoscere molto di più. L'armamentario strumentale fa il resto: Edo è impegnato a manopole e cursori, Gusme agisce sullo stereo di casa, Rino ha a disposizione un vox. Insomma, un "turntablist" con effetti, non sarà mica la prima volta...Però i suoni che escono dal CD, che sono interamente analogici, non sono adatti al dancefloor, né hanno alcun connotato che li possa inserire in un qualsivoglia filone conosciuto; l'impatto è quello delle musiche di avanguardia di stampo americano, a metà tra le proposte più radicali di casa Kranky e certe sperimentazioni rumoristiche della Recommended, lo scratch viene utilizzato più come effetto ambientale che come elemento ritmico, a anche quando si avvera il contrario, come nella immaginosa catastrofe di Squeak the Mouse, a nessuno salta in mente di mettersi a ballare...Il progetto grafico, molto espressivo, contribuisce a materializzare visioni di un tecnofuturismo paradossalmente retrò, quasi faustiano, con i suoi grotteschi terminali e le enormi bobine magnetiche di sala di controllo informatica (o telefonica?) dei primi anni '70; anche la tecnica del sampling viene utilizzata in senso straniante più che suggestivo, attraverso loops iterativi di durata minima che rendono le fonti primarie quasi sempre irriconoscibili (con la singolare eccezione di Area X, dove l'impattante riff di Luglio, Agosto, Settembre nero viene però snervato e reso esangue su una sorta di cadenza ritmica strascicata che ricorda una marcia di militari alienati). Ovunque il rumore è un elemento estetico preponderante: un rumore, comunque, a moderato volume sonoro, nube entropica di scintille elettromagnetiche, di friggere di puntine, di condensatori che scaricano quando non dovrebbero, che giace come un sottofondo onnipresente che dopo un pò finisci per non notarlo. C'è sicuramente una valenza psichedelica in tutto questo la metafisica scansione di Mystipic è autenticamente spaced-out ed anche una sorta di mistica beffarda della non comunicazione Report sembra un notiziario compilato da Philip Glass in un idioma extra galattico, giunto sulla terra per un fortunato errore. Prima che il lungo enigma free form di Black C ponga termine alle trasmissioni, molti si ritroveranno ad aver premuto il tasto Repeat sul lettore CD, per evitare di uscire dal piacevolissimo stato di trance indotto da St.ride; e dopo un pò si fa fatica a capacitarsi che con lo stereo di casa, un mixer, e qualche effetto si possa giungere a tanto...

Enrico Ramunni