Bugo è un fuoriclasse capace di registrare in presa diretta col mangianastri canzoni memorabili con un'attitudine molto simile a quella del Beck di One Foot In The Grave e Stereopathetic Soulmanure, musica permeata dal folk, dal garage, dall'elettronica povera, ma soprattutto dalla classe.
Il suo disco è composto da brani intimi, personali e sempre permeati da una sconsolata ironia fin dall'inizio con l'acustica Quante Menate Che Mi Faccio, dove il disagio di sentirsi imprigionati "con i piedi nell'asfalto" è risollevato da "una risata fuori luogo che mi scalda dentro al cuore" tanto che serve l'intervento dei pompieri... Segue la meravigliosa I Baci Della Mia Nonna, dove con una voce incredibilmente effettata ed in falsetto accompagnata da una chitarra sgangherata si sorride delle smancerie delle nonne; uno dei picchi è poi la splendida Solitario, dove neanche lo scratch del DJ riesce a sollevare il morale e si è costretti a ballare poiché le poltroncine in discoteca sono tutte rotte! Ogni brano è sia spassoso che malinconico, dalla tristezza del pianoforte di un Paolo Conte dei poveri in Oggi Come Sto e Potrebbe Andar Meglio, al cut n'paste di una telefonata erotica e di una dichiarazione di Prodi in Gocce Di Wita, al Tom Waits più ubriaco di Una Bottiglia Di Uischi e Ragazza Cuboide. Altri brani notevoli sono Spermatozoi, sconsolata e tenera descrizione della fine di un amore, Il Cellulare è Scarico, sull'oggetto simbolo di questi anni e Addio Alle Canzoni Di Una Volta, dove Bugo si accomiata dal cantautorato italiano anni settanta in pieno stile Guccini, salutando "i pantaloni coi risvoltoni" e l'aggregazione giovanile di quel decennio; sulla sgangherata automobile di Bugo il cambio è a pezzi sicuramente, ma in ben ventun brani si imbocca sempre la strada giusta, spesso sentendosi su di una fuoriserie.
Con un talento melodico indiscutibile e un'ironia corrosiva, Bugo è un loser istrionico e ha già pronti due nuovi album, dei quali sto già pregustando le trovate geniali, le battute irresistibili e la immancabile malinconia:
non lasciatevi sfuggire un autentico pezzo da novanta.
(4/6)

Emiliano Grigis