Ancora un'uscita Snowdonia che andiamo a recensire sulle colonne di alternatizine.com.

Gli Egokid sono un quintetto dell'area milanese che consegna alle stampe il suo primo album, dal titolo quantomeno azzeccato: si tratta sicuramente di un "viaggio egoico" verso i meandri della psiche umana, attraverso il suono ed il silenzio, la melodia ed il rumore, il passato e la contemporaneità (che si fa vieppiù futuro).
Bando alle ciance, veniamo ai contenuti: colpisce immediatamente la strumentazione utilizzata dal quintetto il quale al tradizionale impianto ritmico di matrice rock (basso-batteria-chitarre) affianca un intelligente uso di tastiere vintage (l'adorato Farfisa Matador, i synths della Korg, l'infantile suono della Casio) e di "chincaglieria" elettronica varia ed incoerente (nel senso buono...).

Il risultato è un ibrido psyche-pop-rock di forte matrice anglo-americana (complice il cantato in lingua d'Albione, con pronuncia perfetta) con spunti interessanti e originali.

Sfilano così lo space-rock di Hetro retro homo superior (gli Stereolab a cena con i Blur?), la pop-song sintetica Girl from Venus ("rubata" ai compagni d'etichetta Maisie), la ballata elettro-acustica Helen (tra Buffalo Springfield, Smiths e psychedelia west-coast!?!).

E ancora l'incisiva ritmica mid-tempo con chitarre in pan-pot, contrappunti analogici e voce profonda di Belagente, l'acidità sofferta e disperata, appena velata da interferenze soniche, di Burdizzo bloodless castrator (titolo cult!), il siparietto à la High Llamas di Any 1.000 creatures con preset di batteria giocattolo, bassi "plasticosi", Farfisa come se piovesse e strani suoni fantasma; ma c'è spazio anche per la cavalcata in stile prog-rock '70 di chitarra e synth di Kamomilla-w, la melodia immediata e malinconica di Grey o quella à la Genesis di Brother model..., fino alla catarsi finale della title-track, otto minuti di derive psichedeliche tra suoni reverse, stratificazioni di tastiere, chitarre ed elettronica visionaria.

In definitiva, a parere di chi scrive, un gran bel disco ed un ottimo esordio: complimenti a Diego, Gema, Leo, Lorenzo e Piergiorgio per la loro maturità compositiva e in sede di arrangiamento; complimenti ai Maisie per lo splendido artwork del cd (disegnini simil-infantili à la Kiriko Kubo) e a Cinzia La Fauci per l'ennesima scommessa vinta.

Consigliato a chi ama la melodia ma non ha paura di perdersi nei meandri più profondi del proprio Ego......

P.S. Cercate la ghost-track alla fine del cd: sembra un frammento tratto dall'improbabile soundtrack di un horror-necro-hardcore di prossima produzione tedesca

Dj Tiki