Maisie 2003. Di nuovo la coppia Cinzia La Fauci - Alberto Scotti, di nuovo un'irresistibile opera che rasenta deliziosamente l'assoluta dolcezza del piacere di scrivere di cazzate con tono serio, di cose serie con tono cazzoso. Un disco, 19 pezzi e 19 traduzioni (o quasi): che tutto il mondo sia a conoscenza della fervida e stillicida penna di questo 2 teste (non)pensanti, titolari anche dell'anarcoide progetto Snowdonia. Loro stessi dicono che le loro protette Allun siano al momento il gruppo più pop dell'Italia intera. E allora se seguiamo questo registro urge precisare che questo ultimo album dei Maisie più che un disco è una coloratissima confezione di caramelle: dolci, appicicose, ammiccanti e grasse. Impossibile farne a meno. Di più! Qui non si tratta di caramelle, ma di qualcosa ancora più forte: dolce, appicicoso, ammiccante e grasso. Questo disco non è una caramella è una pillola. Un nutriente confezione di pillole. E più ne prendi, più gli appartieni. Un disco di puro no-pop involuto, elettricamente modificato, ripiegato su stesso: internazionalmente autoctono. La negazione della struttura e della forma, la ricostruzione attraverso la defenestrazione di tutta una serie di concetti, che vanno dalla quotidiano ai grandi sistemi di pensiero. Il tutto fatto con melodia, semplicità e simil-demente distrazione. Un disco per ridipingere con vernice fresca e plasticosa le maschere con cui ogni giorno tentiamo di essere il più simili possibile a quello che vogliamo assomigliare. Macchie di vernice sulla TV, sui seni delle ragazze, su peni fluorescenti, su celebrità morte, sulla carne di maiale. Tutta materia organica, concreta e schifiltosa come la vita del tuo vicino, come la tua vita. Love, Love, Love Me Do!

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