A distanza di un anno dal deludente "Music Is a fish defrosted with a hair-dryer", segnato dalla presenza ingombrante del poli-strumentista francese Falter Bramnk, i Maisie tornano a frequentare i lidi a loro più congeniali, quelli che si affacciano sulla new-wave, sul pop raffinato, l'elettronica casalinga. Lo fanno affidando le proprie partiture a una serie interminabile di validi musicisti, i quali sapientemente orchestrati e gestiti, contribuiscono ad una definizione eccellente dei singoli brani senza che questo causi attriti o manometta la visione del mondo proposta dai due leader.
È un album ambizioso questo "
Bacharach for president", non tanto perché il titolo citi due musicisti che nei rispettivi generi sono veri e propri numi tutelari, quanto perché le influenze e i riferimenti spaziano in lungo e in largo per trent'anni buoni di musica. Le chiavi di lettura per comprendere i Maisie sono ancora una volta la parodia e la citazione, ma queste pratiche hanno raggiunto un tale affinamento che spesso sembra di trovarsi al cospetto dei modelli originali. "Dancing stone", "Candies" e "H.A.D.D.", ispirate rispettivamente a David Bowie, Clock DVA e Serge Gainsbourg sono i migliori esempi di come nella parodia lo sberleffo sarcastico e il sentito omaggio possano convivere e sovrapporsi in modo da diventare quasi indistinguibili.
Ma forse il risultato più apprezzabile di questo disco sta nel fatto che spesso l'ironia è travalicata per lasciare spazio ad aperture melodiche di invidiabile freschezza di cui il maestro
Burt Bacharach avrebbe potuto dirsi soddisfatto. Così mentre i tetri riverberi di "Listen, it's obsessive!" o il vellutato violino di "Easy tune for Simon Jeffes" riportano alla memoria le gotiche atmosfere dei primi anni ottanta, le tenere melodie di "I'm ashamed" spostano il baricentro emotivo verso una dimensione più serenamente infantile. E tuttavia rimane difficile scegliere quale sia il migliore ritornello del lotto poiché almeno quelli di "Post modern?", "Sipsysolly", "I'm not a fucking vegetarian" sono tutti ugualmente folgoranti. Se proprio dovessi sbilanciarmi direi che la linea melodica di "I'm sad", per quanto più adatta a un piano-bar che a una sala concerti, è il miglior risultato in questa sarabanda da cabaret.
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Today is better than yesterday. Still I'm sad. Why?" canta Cinzia quasi a far capire che il domani dei Maisie potrebbe essere addirittura migliore.

Max Osini