Certi dischi sono osannati dai giornalisti perché hanno delle capacità estremamente liberatorie. Prendete questo Carnival And Cosmos, debutto ufficiale degli Orange che la Snowdonia si pregia come al solito di dare alle stampe (oltre alla Svezia, dio benedica pure la Sicilia): fate un giro sui vostri siti musicali preferiti e vedrete che sono tutti arcicontenti di recensirlo. Il motivo è semplice: laddove si deve solitamente ricercare un qualsivoglia filo del discorso per rendere una recensione interessante e meritoria di attenzione, per gli Orange il discorso istantaneamente decade; pennivendoli che hanno impiegato anni per darsi un tono e ricercare ad ogni piè sospinto le influenze più elitarie, qui di colpo rompono le righe, imbastendo capolavori di joyciano stream of consciousness picchiettati da una punteggiatura sbrodolante di stupore.

Per non parlare del gioco dei rimandi: se di solito gli artisti sono catalogati sin dal primo ascolto come appartenenti al genere x o (se gli va male) meri scriba dell'artista y, gli Orange, più di ogni altra produzione Snowdonia sin dai Faccions, scatenano una allegra sarabanda di nomi, da Brian Wilson ai Minutemen, da Patti Smith ai Joy Division, sempre nell'ambito di un modus operandi avanguardistico che noialtri giornalisti riesumiamo prontamente quando Cinzia La Fauci e compari ci consegnano un'altra bordata di caos etilico.
La verità, in effetti, è che di Carnival And Cosmos non si può parlare seriamente: c'è un pò di tutto, è un bignami a lettura supersonica di tutto ciò che la musica ci ha scodellato negli ultimi trent'anni. I agree, colleghi: Wilson, Wyatt, Watt, Marr, Barrett, Pollard... e andate pure avanti voi, ché si fa tardi.

Certo, poi sulla effettiva validità di una scienza talmente compressa ci sarebbe da discutere: perché questo album non riesce ad appassionarmi, una volta chiuso l'ozioso capitolo della caccia alla citazione? Perché continuo a preferire gli Egokid - sempre per rimanere in ambito snowdoniano - che pure hanno dalla loro una costruzione più solida e canonica? Sarà un difetto mio, ma a parte qualche perla da salvare (la misteriosa traccia 13, per dirne una, o una Telephone Song guidata dalle voci) vedo Carnival And Cosmos affossato da un terrorismo musicale un pò troppo invadente, che affossa purtroppo gli ottimi istinti beatlesiani di The Incredible Phantasmagoria Of Hernando De Soto o la vena pop/psichedelica di Movies.
Gli Orange fanno e strafanno, consapevoli di poterselo permettere, consapevoli di rivolgersi ad una schiera di connaisseurs che prenderanno i loro brani come gustosi delicatessen musicali. Noi ci limitiamo ad annotare che, cassando una manciata di suoni sparsi, il risultato avrebbe perso in punti esclamativi ma, forse, guadagnato in fruibilità.

Carlo "Cruel" Crudele