Chi è il baldo giovane con lo sguardo fiero e imperscrutabile che, nella copertina, pensa contemporaneamente alla "mitica Kirsten" e all'omicidio, con, per giunta, una tazza di latte davanti? Giudicando solo la grafica non dovremmo essere cortesi nel parlare di questo lavoro, solo che poi ti lasci prendere dalla cosa più importante, l'ascolto (oltre che da alcune immagini del booklet...) e lasci perdere tutto il resto. Perché Marco Ferrari e Nicola Zaroli un non so che di geniale ce l'hanno, e non a caso la Snowdonia non se li lascia sfuggire e pubblica questo cd.

"Linings" presenta undici brani in cui si parla di spalle larghe, nani che ballano, legami tra cavalli e pornografia, un Sig. Jones posseduto dal demonio e di altre amenità. Ma la musica? Un ibrido indescrivibile di industrial, guitar noise, abbozzi melodici new-wave, techno e riverberi dub. "Devil in Mr. Jones" apre le danze (ubriache) con un basso funky vizioso mentre "Session two" ha la pesantezza di alcuni brani dei Melvins. "Horses & porn", "Dwarves dance" e "Big shoulders" mostrano chiaramente l'influenza di Trent Reznor  mentre "I need lies" e "Raggara vedigga" si muovono tra un Manu Chao sui generis ed interessanti spunti dub. Cosa che non si può dire invece per gli esperimenti techno di "Passing compexion" e "Lawyers don't play bass" davvero troppo deboli e sciatti.

"Linings" ha la bellezza di un'opera avant-garde che nasce con "pochi" mezzi, molte idee ed il talento di geniali (finti) dilettanti. Puro delirio tra il serio ed il faceto che, cosa rara, si distacca dai soliti circuiti sperimentali italiani. Ricordatevi di loro!


Matteo Muggianu