Sono anni che il rock satanico gira nei nostri lettori, e non ce ne siamo mai accorti. è da anni che siamo vittime di messaggi subliminali, inni a brutte e zozze bestie di ogni specie, apologie dei più efferati omicidi, inimmaginabili sconcezze sessuali, e non ce ne siamo mai accorti. Ma ora basta, stavolta ho mangiato la foglia mio caro Plozzer, il giochetto è finito. Hai voluto esagerare, fin dalla copertina corredata da croce capronica e quei 666 (credevi di averli nascosti bene eh?) sulle cinture dei pupazzetti; la tua lussuria è stata tale e incontenibile da farti uscire allo scoperto, tette, droga, pipì e dittatori. Per non parlare della musica...anzi parliamone, ti voglio proprio smascherare in tutto. Come i patti col diavolo ci insegnano, per spingerci al male la tentazione deve essere forte, e tu non sei da meno, infido Plozzer. La tua musica è bella, anzi, più che bella, è tutto ciò che abbiamo bisogno di ascoltare in certi momenti. You better play it è rock e dance, cool e alternative, vecchia e nuova col suo rifferama killer e il beat a cui il culo non resiste; What we did in our holidays parte lenta e sensuale per poi diventare orgiastica e sessuale, drum'n'bass spastica e disturbata, condita con il reiterato abbaiare di bestie infernali; tenti poi di soggiogarci con memorie di infanzia, l'infanzia delle sale giochi e dei perpetui luccichii delle macchine in Attack of the giant pinballs, fai persino leva sulla giappo-fascinazione da pachinko facendoci subdorare droghe sintetiche da sfrenato happy hardcore hour, ipnotizzi nella technofavola in due capitoli The Optimist vs. the troublemaker e The Optimist meets.

Ma, mio caro Plozzer, ti sei tradito, hai toppato! Intitoli Figli del demonio una litania per drum machine e strumenti al contrario tentando inutilmente di spacciarcela per uno dei pezzi up-beat dell'anno, ma oramai abbiamo capito tutto, fai pure combutta con quell'altro demonio del Plastikman di Closer nella tua Subwoofer's revenge, ma è tutto inutile. Ecco, sono arrivato fino a Three-headed tree, mi piace, anzi mi fa impazzire con tutto il suo casino, ma io resisto, stavolta non mi avrai, mi manca solo un pezzo da ascoltare e poi ti avrò battuto, immonda creatura...eccolo...parte...Chicago (the no-no song)...chitarrella funky...puah...chi credi di infinocchiare con questo ritmo settantino dal vago sapore di soundtrack retro...cosa credi di fare con questo tamarrissimo mega-assolone di chitarra...dove credi di andare con... con... a... a... msskakmnas... aaibijhdba... c.. aaaaaaahhhhhhhhhh...

Questo disco è bellissimo, lo consiglio davvero a tutti, grandi e piccini, da ascoltare con attenzione e con trasporto. Poi, se dopo l'ascolto sentiste in voi una strana sensazione, come se vi mancasse qualcosa, e non riusciste più ad avvicinarvi ad un'acquasantiera, non preoccupatevi, vi contatteremo noi, sappiamo chi siete.
AINODWONS
REZZOLP
REDRUM
AVE SATAN
AVE SATAN.

Nicola Mazzocca