Ci sono sonorità talmente legate a certe ambientazioni che risultano difficile immaginarle riprodotte in altri contesti. Pensiamo al country folk, non importa se "alt" o meno: come si fa a non ricondurlo a grandi spazi aperti e a scenari desertici? Ecco, la sfida vinta da Franco Di Terlizi è stata quella di fare propri e riproporre determinati stilemi senza però mai la sciare la provincia italiana, restandosene anzi chiuso nella propria cameretta. Armato di chitarre, tastiere computer e poco altro, il Nostro ha prodotto nel corso degli anni tutta una serie di demo e CD-R di ottimo livello (e di cui vi abbiamo parlato più volte in "Dal basso"), il meglio dei quali vede finalmente la luce in veste ufficiale all'interno di Sugar Plum Fairy, biglietto da visita di prim'ordine per un artista dal sicuro talento. Tante le frecce al suo arco: naturalmente abbondano le ballate acustiche, scheletriche e minimali, ma non mancano scosse elettriche, il pop, la psichedelica e sporadiche innaffiate di tecnologia a bassa fedeltà. Ponendosi in un contesto tutto sommato tradizionale, naturale che i riferimenti si sprechino, e allora si potrebbe tirare in ballo Neil Young come Will Oldham o, meglio ancora gli Sparklehorse: legittimo, ma di fronte a episodi come la narcolettica Blue and blue, l'orecchiabile Shine, e la vibrante Everyday was summer ogni paragone passa inevitabilmente in secondo piano, dacchè il musicista piemontese ha tutto per trasformare i suoi maestri in illustri compagni di viaggio.

Aurelio Pasini