The Finger, (all'anagrafe Franco Di Terlizi) ritorna con un nuovo lavoro dopo il sorprendente esordio di Everyday Was Summer (2001), che all'epoca fece parlare di sé nei circuiti "alternativi", con ottime recensioni da parte di importanti testate specialistiche; il tutto coronato con la partecipazione ad una compilation di una etichetta svedese (Iradidiorecords), che scelse il brano Mardigras da inserire nella tracklist.
The Finger è un artigiano a tutti gli effetti; scrive, suona tutti gli strumenti, produce, in completa libertà e lontano da qualsiasi vincolo. Brani dalla struttura semplice, nella migliore tradizione rock, suonati con altrettanta semplicità, assolutamente privi di qualsivoglia virtuosismo o orpello superfluo, se si esclude il gusto di "disturbare" a volte la linearità delle canzoni con strani feedback, improbabili tastiere, fruscii di sottofondo; attitudine che lo avvicina molto agli Sparklehorse di Mark Linkus e forse qualcosa di band come Grandaddy o Mercury Rev, nomi già saltati fuori ai tempi dell'esordio, lasciando però il tempo che trovano, in quanto nel mondo di The Finger potrebbero saltare fuori molti altri nomi (Neil Young, Byrds, Howe Gelb, Matthew Sweet..........). Quindi non possiamo parlare di originalità (ma chi lo è oggi???????????), ma sicuramente di grande personalità, nel plasmare i generi e le eventuali influenze creando qualcosa che brilla di luce propria.
Difficile citare qualche brano rispetto ad altri, in quanto tutti viaggiano su una ottima media. Dal pigro country di Alone In Hole, alla psichedelica sixties di The Alien and The Sea e Rollercoaster, alla stupenda, acustica ed eterea Blue And Blue, solo chitarra acustica ed una tastiera sullo sfondo, al servizio di una splendida melodia resa ancora più struggente dal'uso della doppia voce.
È inutile menzionare altri titoli, trovate questo cd; lo amerete ascolto dopo ascolto, sorso dopo sorso, fino ad ubriacarvi.
(7/10)

Mauro Pettinari