Devo ammetterlo è bello cominciare l'anno con un album della qualità di quello che andrò a recensire. È bello perché ti fa scoprire che le regole del mercato non riescono a intaccare ancora alcune nicchie musicali, che proprio da questa lontananza dal mercato e dalla logica delle vendite prendono forza e che fanno della qualità della produzione della musica il primo obiettivo. Bisogna ringraziare per questo tutta una serie di etichette indipendenti italiane che stanno continuando, anche a costo di perdite economiche, a propagandare la qualità al di là di ogni costo.
È bello iniziare l'anno con gli Aidoru anche perché questo album è uno di quelli che ti sorprende dall'inizio alla fine e che è difficile imbrigliare con una etichetta, ma che anzi fa di questa fuggevolezza da ogni standard della musica la sua enorme qualità. Un album che fa della mutevolezza e della metamorfosi tra i generi uno dei suoi punti di forza, ma non l'unico: l'uso dell'elettronica che si sposa perfettamente con la parte più elettrica della loro musica è emozionante, la cura della voce e il suo utilizzo come strumento è di grande innovazione. Insomma un album capace di sorprendere.
"90 (la paura)"ci introduce in questo mondo in cui nulla è mai quello che sembra e in cui ogni canzone si trasforma e la musica sembra una cosa fluida che gli Aidoru plasmano a loro piacimento. Se l'opener inizia con un'elettronica che sembra uscire da uno degli ultimo album dei Radiohead, il crescendo di batteria e basso la trasforma in un pezzo dal groove e dal ritmo incredibili. "Nothing Infinity Reality"è un ottimo pezzo post rock in cui l'uso dell'elettronica soffuso e una voce sussurrata riescono a farci provare una malinconia e una dolce sofferenza dal forte impatto emotivo, che sembra sposare alla perfezione la lievità vocale degli ultimi Giardini di Mirò, con il sintetizzatore delicato degli Arab Strap. "Io Guardo Spesso il Cielo”, "Giorni" e "Se Dormi"sono tre pezzi che si uniscono tra loro senza un secondo di pausa, che iniziano con il breve recitato di Mariangela Gualtieri, per mutare in un arpeggio che ricorda alcuni pezzi di Buckley, per poi, infine nell'ultimo atto, esplodere in un pezzo funky dalla ritmica incessante e pulsante. Penso che questo sia il migliore esempio di cosa riescano a fare gli Aidoru: trasformarsi e mutare, senza mai annoiare o perdere di intensità. Si torna tranquilli con "Ossicine"dove un pianoforte introduce un pezzo in cui ogni strumento è studiato per dare atmosfera, senza seguire alcun filo logico in un susseguirsi di esplosioni e di tempi dilatati con una voce che passa dal sussurrare all'urlare sguaiatamente. La parte vocale di "Parole Porte Parole Ali"è affidata a John de Leo, cantante dei Quintorigo, che come al solito usa la sua voce in maniera eccellente sposandola con un'elettronica di sottofondo, che ne esalta appieno le capacità vocali e su cui si poggiano pezzi di chitarra minimalisti, quanto malinconici. Neanche il tempo di abituarsi alla malinconia, che arriva "Ni-roku”, che con la sua ritmica quasi metal spazza via ogni certezza e ci lascia sbalorditi ad ascoltare l'eclettismo di questo gruppo nel passare da atmosfere soffuse a pezzi veloci e violenti. Di "Fas 3 bis" colpisce l'uso della voce che Morina Tamborrino fa: passa da delicati sussurri ad alte grida, ricordando sicuramente Stefania degli OvO in questo. Ma appena pensi che nient'altro ti potrà sorprendere di questo album e sei pronto ad ascoltarti l'ultimo pezzo, capisci che ti eri illuso e ti lasci rapire dalle ritmiche funky jazzate sbilenche di "Se la Parola Amore”, capendo ancora una volta che questi Aidoru di capacità di stupire ne hanno da vendere!
Un album dalla qualità altissima, che mischia post rock, funky, elettronica, metal e chi più ne ha più ne metta, senza mai sembrare pretenzioso o noioso, ma anzi che ti porta a ascoltarlo e gustarlo in ogni suo secondo per vedere fin dove questi quattro possono arrivare. Un album per tutti gli amanti del post rock ma non solo, direi per tutti quelli che amano la musica che odia farsi etichettare. Voto 8,5

Chetto