Tanto per rendere l'idea: ascoltare le produzioni sonore di Fausto Balbo è un pò come avere una tribù di Gremlins che banchetta allegramente nel cervello. È un pò come partire per un lungo viaggio (spaziale, s'intende) senza bagagli o preavviso. Pronti, ai posti, via: si parte. La destinazione? Un universo (sperimentale) fatto di suoni elettronici, di manipolazioni surreali. Insomma, è davvero difficile trovare le coordinate giuste per inquadrare questo nuovo disco licenziato da Snowdonia e distribuito da Audioglobe. È difficile perché lungo i settanta minuti e spiccioli targati "Fausto Balbo", ogni cosa è in costante movimento, le meccanizzazioni elettroniche arrivano e disorientano, in alcuni frangenti addirittura schiaffeggiano i canoni pop dell'ascoltatore.
Il campo d'azione è quello della sperimentazione digitale. I suoni si mostrano ed implodono alla velocità della luce - difficilmente si muovono oltre certi paesaggi rarefatti ed onirici.
In conclusione: album destinato ad un pubblico di nicchia. Che colpisce per coraggio e non infastidisce. Che si fa apprezzare alla distanza.
Da maneggiare con estrema cura.

Francesco Casuscelli