Nichilismo, lettura “alternativa” del repertorio nazional-popolare italico, sperimentazione che spazia dai 60 fino ai giorni nostri, testi agrodolci e tanta voglia di fare: questa la ricetta Maisie.
Per l'occasione al duo storico Cinzia La Fauci (voce e tromba) ed Alberto Scotti (tastiere, campionamenti e chi più ne ha più ne metta), s'aggiungono la voce partenopea, calda e variegata di Carmen D'Onofrio e la capacità di essere one man trio (chitarra, basso e batteria) di Paolo Messere (titolare del progetto Blessed Child Opera). Gente che sa il fatto proprio, insomma.
L'italico cuore della melodia è onnipresente in tutto il disco, ma il quartetto, musicalmente, guarda fuori i nazionali confini. Immaginate una dicotomia Matia Bazar vs Syd Barrett, De Andrè vs il krauter rock, Battisti vs Tuxedomoon, Tenco vs Cure, questo e molto di più son i Maisie.
Il sound Maisie spazia dal folk all'elettronica senza mai rimaner imbrigliato in definizioni stilistiche deterioranti, ma la freschezza e la capacità di estasiare con soluzioni, mai banali ed intelligenti, sono costanti in tutto il lavoro.
I testi, mai banali, affrontano diversi temi, tra cui spiccano: l'amore con influenza battistiana (L'inverno precoce), la cultura dei falsi miti propinataci dal tubo catodico (Maria De Filippi…), il tutto condito con una sottile ironia agrodolce.
Da segnalare in “Sottosopra” la presenza dell'eclettico cantautore Bugo che riesce ad aggiungere sfumature ad un disco già di per sé variopinto con la produzione di questo singolo brano affidata totalmente a Paolo Messere, che riesce a tirar fuori la spinta più rock dei ragazzi.
Oltre Bugo, collaborano Stefania Pedretti  (Allun/Ovo), Tae Tokui dei Tottemo Godzilla Riders e  Riccardo Amabili degli Scarapocchio, solo i nomi vi fanno capacitare della grandezza di questo progetto.
Curato, ben prodotto e molto interessante, questo album spunta fuori e rapisce.
L'ascoltatore non può non rimanere imbrigliato nelle soluzioni trovate dai quattro ragazzi e restar immobile ed estasiato.
Non può mancare nella vostra discografia, assolutamente. (8)

Rocco D'Ammaro