Lo ascolti, tutto intero, e poi ci rifletti su un attimo. E non capisci se quello che hai appena ascoltato può essere definito con un termine diverso da "capolavoro". Si si, è un po' rischioso cominciare così, lo so ma quando ci vuole probabilmente ci vuole. E non badiamo a spese. Certe parole vanno bene in questo caso.
"Morte A 33 Giri", si diceva, dei Maisie, che per la prima volta si cimentano con la lingua italiana. Maisie, ossia Cinzia La Fauci e Alberto Scotti che si arricchiscono con la preziosa chitarra e voce e quant'altro di Paolo Messere (Blessed Child Opera) e con la voce partenopea di Carmen D'Onofrio.
E ci consegnano un vero e proprio gioiello, di quelli da rimirare a lungo.
Ci si potrebbe dilettare parecchio in questa recensione, a tirar fuori etichette, influenze, denominazioni più o meno alternative e gioviali, ma sarebbe controproducente.
Perchè "La morte a trentatre giri" è un disco sinceramente pop, orgogliosamente pop, perchè forgiato in Italia, paese che ha prodotto pagine indimenticabili di musica popolare. Forse troppo spesso nascosta o dimenticata. Si, è vero che questo disco è variegato, tra effetti elettronici e sfaccettature un po' new-wave, e mi fermo qui, ma è fondamentalmente pop. Semplicemente e magnificamente pop.
I Maisie riescono a descrivere con semplicità quasi geniale sensazioni, ricordi, scene di vita quotidiana, il tutto con una cura dei particolari fuori dal comune. Ma forse non è "cura dei particolari" l'espressione esatta. Perchè è tutto così naturale da non sembrare neanche vero.
Eppure "L'Inverno Precoce" che ricorda certo nostalgico pop all'italiana ti porta sul serio al mercato. Con la mente almeno.
"L'Inverno Precoce" è un pezzo perfetto, poi. Starebbe benissimo in high rotation in certe radio, in certe tv. Con un ritornello che ti rimane in testa, lo canticchi, e ogni volta ne riscopri la poesia. Puro romanticismo, in fin dei conti, solo con un taglio diverso, irresistibilmente accessibile a chiunque. ("Ma tu ti allontani / che freddo alle mani / aspetto gli amici e parlo con me / un mare di piume che cade veloce / l'inverno precoce odora di te") Peccato che non sarà così. E io non voglio stare qui a discutere pezzo per pezzo questo disco. Mi sprecherei in complimenti, per una volta quantomai meritati. E non sono solo complimenti quelli che si meriterebbero i Maisie. Una volta ogni tanto un po' di giustizia ci starebbe bene nel panorama musicale, italiano e non.
Volete giustizia? Compratevi sto disco, per piacere. (5/5)

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