Sarà perchè ho sempre avuto un debole per Luis Miguel ma io proprio questo disco me lo sento “ dentro ”. Canzoni stravaganti con testi deliranti, citazioni splendide del nostro universo mediatico passato e presente si intrecciano con basi elettroniche, violini, chitarre e strumenti magici, dando vita ad un progetto alquanto misterioso e affascinante, allegro e malinconico
Titoli splendidi poi, presentano le 12 canzoni che compongo questo album; due su tutti: Maria de Filippi (una vergine tra i morti) e Finchè la borsa va lasciata andare.
Un risultato sicuramente sopra le righe, ne consigliamo l'ascolto.

Enrico Guacci