Se tutti i dischi pop italiani fossero così curati, sarebbero davvero molto belli.
Cinzia La Fauci - Carmen D’Onofrio - Riccardo Amabili - Alberto Scotti - Paolo Messere confezionano questa “Morte a 33 giri” lavorando minuziosamente su ogni singolo brano del disco in questione. Spesso i brani ospitano altri musicisti creando davvero belle canzoni (certo è che se un festival come quello di Sanremo avesse canzoni concepite come in questo lavoro, sarebbe davvero un bel festival), cito il Festival di Sanremo perché è ciò che mi è venuto alla mente ascoltando i Maisie con questo “Morte a 33 giri”.
Non è facile definire questo lavoro poiché è un variare di stili e arrangiamenti tra l’altro molto interessanti dall’aria pop ricca di contaminazione. Potrebbe per la professionalità svolta essere un disco da classifica. (Io lo spero)
Tutto il lavoro ha un sapore musicale giovanile oserei dire molto adolescenziale, rotto a tratti da passaggi ispirati, mischiati a arie giocose e leggere, intrise di parole intelligenti e in certi momenti i testi sono poeticamente malati, tanto da far risultare il CD a tratti inquietante.
Un lavoro cosparso di frasi davvero efficaci per la mente dell’ascoltatore:
" …e non eri nessuno se non amavi i poeti, io fingevo di amarli per pura viltà. E arriva la crisi dopo la scuola, arriva la vita che ci ucciderà…"
oppure: “ …ho messo da parte un altro cadavere perché non credo più a niente…"
o: “… la mia ansia si rivolta si annoia come un malato in barella, come se si inceppasse la rivoltella, a cosa ti serve la libertà? …."
o ancora frasi come: “…Le donne in gara per il primato mondiale di sofferenza, ci appaiono come dolci fantasmi della coerenza…"
A mio avviso i brani più interessanti di questo disco dei Maisie sono: “Sottosopra” con la partecipazione di Bugo e una grande produzione di Paolo Messere.
Morte a 33 giri” che ha un sapore Tuxedomoon e “Inverno precoce” pervasa da un aria alla The Cure e “Allargando le braccia”, malinconica dove si possono notare echi di una certa new wave colta condita da un buon uso di elettronica. L’ultima traccia “Una canzone riciclata” io vi ho trovato vaghi sapori alla Matia Bazar dei tempi più elettronici inizi 80.
Morte a 33 giri” lo potrei definire un grande lavoro e spero possa servire sia al gruppo dei Maisie, sia a dare uno scossone per la nuova discografia italiana.

Luca Gennai