La diversità di incomprensioni unicamente destabilizzanti, l'etica morale di una longeva sensazione di volare destando non stupore ma rabbia esterna, volti di donne austere che fanno la fila attraverso i pensieri aperti di dei uomini senza scrupoli morali, che imbastiscono leggerezze su movimentazioni puramente casuali, diversità di intendere il mondo e la sua perplessità di base, estemporanea veduta di un paesaggio di abbondanza superlativa, prodotta leggerezza di un pensiero determinante solo in parte, candito dall'irriconoscenza di qualche omologazione di tipo vigente, relazionato all'universo strutturale di una malformata delucidazione positivamente induttiva, diversità come forma astratta di bellezza da riconoscere, da apprezzare, da amare in superficie, lasciandosi abbandonare lodevolmente, nella tendenza più uniforme dell'incongruenza relativista di informazione analizzante. Facile è perdere nell'immaginario di un collettivo stabilizzato dalla razionalità di un privilegio, più difficile e accorgersi della propria intelligenza post moderna, relegatura di varie sperimentazioni non sempre venute fuori dal proprio guscio irrazionale. Perdizione e sadomasochismo interno, perpendicolari di due caratteristiche facilmente ritrovabili in esantematiche rivendicazioni popolari, artefici di una moltiplicazione estemporanea di umiltà e vagabondaggio altruistico, privo di intolleranza audio visive e collaterali. Peso positivamente collettivo, su una base esterofila come quella dei Maisie, sottovalutata in esteriorità saccente, dalle masse inglobate di puritano sfogo esemplare, formazione che senza intendimento culturale, sposta la risonanza di un assioma, su destinatarie forme diversificate di genialità congenita, di esaltazione silenziosa da massimo minimo livello istituzionale. La leggerezza di estremismo che incide su una musica non identificabile in nessun possedimento di idee desolanti, musicalità prive di emendamenti razionali, che inoltra il concepimento strutturale di propria immagine, attraverso delle note riconducibili sopratutto, a disposizioni pseudo pop rock new wave, omologazioni non veritiere di un assorbimento neo facoltativo di assoluta rigidità libertina, di assoluta emancipazione esemplare. Ossimori e disavventure dal dolce spirito osservante, discorsi fuori luogo che determinano la costruzione di un genio, di un approccio semplicemente unico, di un disco fatalmente importante, evangelizzato dalla diversa inquietudine di base che riporta nelle proprie circostanze allappanti, nelle considerazioni dissocianti di un amor proprio da sviluppare in non eccessiva viltà splendente, in non eccelsa naturalezza istintiva.

Eugenio Nesci