"Ho messo da parte un altro cadavere perché/ non credo più a niente": mumble, mumble... vorrà dire che Cinzia chiude gli occhi di fronte all'ennesima fotografia scattata in Iraq, oppure che Alberto è a dieta e ha stivato l'ultimo scorfano nel freezer? E come li cataloghiamo, i Maisie di questa Morte a 33 giri? I più indie della musica legggera (direbbe mio cugggino) o i più canzonettari dell'indie? Sono serissimi nel loro cedevole nichilismo o ci stanno pigliando per il culo con una rete a strascico? Abbiamo a che fare con una coppia (vabbè, un quartetto) di geni compresi o con un'associazione per delinquere dedita al riciclaggio di musica sporca, una centrale di smistamento delle griffe contraffatte?

Si faccia una domanda e si dia una risposta, se non fosse che le domande sono già troppe e forse le risposte sono A e B e magari anche C... ma una cosa è certa: se per caso, dico per caso, questo cd vi finisse in un qualsivoglia apparato di riproduzione, non ve ne sbarazzereste tanto facilmente. Perché la musica dei Maisie si appiccica alle orecchie così come un pappone di miele e tahin è in grado di egemonizzare la cavità orale a tempo indeterminato, e forse un po' gli assomiglia: una bomba di energia che mescola la dolcezza animale del miele e la spigolosità vegetale del sesamo spremuto e lavorato a crema.

Il buongiorno comincia a vedersi dal booklet, che poi con i Maisie succede un fatto strano: sono in grado di farci ascoltare le immagini, come tutti potranno verificare avvicinandosi al sontuoso libretto, ma anche di farci vedere i suoni. Un esempio: fai partire L'inverno precoce e ti ritrovi per davvero in un mercato, poniamo quello di viale Europa a Messina, praticamente un modellino di suk, dove fai un carico di ricotta infornata e olive schiacciate, e quella Panda ammaccata te la becchi fra le palle in doppia fila. Fermo immagine: se Caterina Caselli Sugar si mettesse di buzzo buono e lo scienziato Doc di "Ritorno al futuro" le desse una mano, questa canzone - nonostante il titolo fuori stagione - rischierebbe di vincere il "Disco per l'estate", mica le imitazioni dei giorni nostri, ma quello del '72 o forse addirittura quell'altro del '69.

Dice: dopo avermi menato per l'aia come un cane, adesso però me lo spieghi, a me che non li ho mai ascoltati prima d'ora, che cazzo fanno questi Maisie? Uhm... musica italiana fin dai testi, ma anche se la definizione ha una sua profondità, a qualcuno suggerirà poco o niente; restringendo lo zoom, diciamo allora un pop mediterraneo e creativo spruzzato di elettronica, un bel piattone - unico in tutti i sensi - di pasta al forno, meditato in lunghe traversate sulla direttrice Messina-Napoli. Con il "2 senza" Cinzia La Fauci (voce e tromba, bah)-Alberto Scotti (tastiere, arditi campionamenti e tante altre cose che vi farete dire da lui la prima volta che lo incontrate) diventato in mare aperto - magna cum audacia - un "4 senza" grazie all'ingaggio di Paolo Messere (il leader dei Blessed Child Opera fa l'one man trio suonando chitarra, basso e batteria) e Carmen d'onofrio (una calda, intensa e chiaroscura voce partenopea che ben s'intreccia con la vocalità impertinente di Cinzietta).

Per strada il "4 senza" ha imbarcato non acqua, ma altri compagni di viaggio, da Stefania Pedretti (Allun/Ovo) a Tae Tokui dei Tottemo Godzilla Riders, da Riccardo Amabili degli Scarapocchio al redivivo Bugo, il quale Bugo in Sottosopra spiega a Gianluca Grignani che cosa il fighetto milanese non è riuscito a fare in una dozzina d'anni. Dall'ammiccante citazione di una baby trash star come il portoricano Luis Miguel (Ragazzi di oggi, con un recitativo non molto più allegro del Girotondo di Fabrizio De André, snocciola i versi salienti del patetico inno sventolato dal malizioso bimbetto sul palco di Sanremo '85) alla sconfortante Canzone riciclata che chiude l'album (il quinto dei Maisie per la loro benemerita Snowdonia, sia pure in coproduzione con la Seahorse Recordings di Messere), Cinzia, Alberto & Friends hanno scritto tutti insieme spassionatamente una sorta di Wikipedia del pop. Da tenere vicino al lettore cd, per consultarla ogni volta che servirà o semplicemente quando ci verrà voglia. (8/10)

Ivano Rebustini