Gomma Workshop è cosa assai strana.
Gomma Workshop è cosa assai bella.
Gomma Workshop esce per Snowdonia .
Potrebbe finire qui, e fidatevi per una volta.
E invece, purtroppo bisogna star qui a sprecar parole per cercare di descrivere questo "Cantina Tapes", secondo bizzarro progetto del tanto poliedrico quanto sconosciuto Vittorio De Marin, in arte Gomma Workshop. In arte, appunto, per una volta è la parola giusta.
Alla base di tutto il famigerato "Motoremangianastri", simpatico aggeggio, una sorta di giocattolo musicale in grado di mescolare centinaia di nastri audio e ritirato dal commercio nel 1977 perchè reo di emanare sostanze tossiche. E scusa se è poco.
Fatto sta, che "Cantina Tapes" nasce da qui. O meglio, anche da qui.
Perchè Demarin ci piazza sopra quintalate di sonorità strappati da altrettanti strumenti musicali, vedi sax, contrabbassi, arpe, clarinetti, fagotti e niente di meno che voci cinesi. Perchè, in fondo, c'è bisogno di stare al passo coi tempi.
E si parte com "Pijama'o'Rama" tra danze orientali e schizzate schegge elettroniche. Potrebbe bastare, perchè il risultato è ottimo.
Ma il bello è appunto che non ci si ferma qui. Si va avanti. “Kgphono” e “Clownsclan” sono due suite, bella parola, due collage capaci di rivelare un DeMarin districantesi tra canali classici, popolari, etnici e più modernamente digitali. In una sorta di zapping sonoro, che è un po' tutto il disco.
Fino al quasi trip-hop, ben poco di Bristol, ma molto più libero di sbizzarrirsi tra i sintetizzatori più bizzarri, di "Calomore" .
E qui finisce il disco, ovviamente attraversando altre indecifrabili e squisite elaborazioni sonore.
E qui finisce, e ti lascia in testa la sola sensazione di aver partecipato attivamente a qualcosa di nuovo, a qualcosa che impone orecchie diverse dal solito, a qualcosa di più semplicemente bello. (4,5/5)

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