Primo album per i romani Masoko. Dopo anni di dura gavetta sui palchi di mezza Italia, i Masoko approdano in casa Snowdonia dall'eccentrica messinese Cinzia La Fauci. "Bubu'7te" rappresenta al meglio la straordinaria alchimia sonora del quartetto. Qualcosa che in Italia non si era ancora sentito, ma più in generale un prodotto originale tout court .

Negli ultimi anni sono nati come funghi, e un po' ovunque, gruppi che si sono ispirati alle sonorità e all'estetica musicale del periodo a cavallo tra i '70 e gli '80. Ma se al principio questo revival è stato fatto anche con una certa dose di originalità, o per lo meno di spontaneità, e quindi può essere visto anche come un fenomeno interessante - mi riferisco al primo album degli Strokes, al sound penetrante degli Interpol, ai suoni funkeggianti dei Franz Ferdinand o di El guapo -, in un secondo momento si è assistito all'esplosione di una miriade di gruppi cloni che si sono rifatti più ai discepoli della wave, che ai padri fondatori (Cure, Joy Division, Gang of Four, Devo, Television, Smiths, Velvet Underground,…). I Masoko, pur rifacendosi alla new wave a 360°, non sono certamente "wavaroli" dell'ultima ora, esistendo da ben prima di questo fenomeno: il loro rifarsi a certe sonorità, peraltro variegatissime, è condotto con una sincerità e un'abilità disarmanti. Già il fatto di cantare in italiano è emblematico del fatto di non voler imitare nessuno. E' lampante l'influenza dei primi Cure, delle sonorità post-punk, dei Police (d'altronde anche il nome Masoko deriva da una b-side dei Police, "Masoko tanga"), dei Devo, del punk (sia britannico che americano), ma anche dei Blur e addirittura dei Mano Negra. E i Masoko hanno masticato anche molta musica italiana: sostengono di esser stati influenzati da Gaznevada, Decibel o Righeira, io ci aggiungerei anche Camerini e i primi Prozac+. L'album scorre benissimo, gli episodi più riusciti sono senz'altro "Ferrari", "Prima colazione", "Cool" e "Disconite". In molte canzoni di "Bubu'7te" sono presenti coinvolgenti aperture/suite strumentali, come in "Cool" o nella dub-eggiante "Buonamico", dove la fanno da padrone l'incalzante basso di Ivana, la batteria insistente ed efficace di Simone, la chitarra sghemba ed effettata del geniale Alessandro e le tastierine (sempre presenti in tutto il disco) suonate da Davide. Anche i testi taglienti ed ironici di Davide meritano una menzione. In molti frangenti sono tanto autoreferenziali che il ricorrente confronto "me-te" tipico di una certa noiosa canzone sdolcinata italiana e straniera, diventa invece particolarissimo; il rapporto io-tu si imbatte in delle situazioni difficili, minimali e surreali allo stesso tempo, ma anche paradossalmente molto divertenti. In "Comfort", per non pensare alla ragazza, Davide le dice provocatoriamente:" …ho tutti i miei comfort per essere felice,…per non pensare più a te: vasca ad idromassaggio, freezer con il ghiaccio, momenti visionari, strumenti musicali, aria condizionata, l'erba e l'insalata, un porno da finire, un altro da iniziare… ". In "Prima colazione" invece Davide si confronta con la ragazza dopo un'estate passata ognuno per conto suo: " Ma se ti dico me ne vado via, non chiamare la polizia, non ho tempo per la prigione; Ho dei progetti, intesso sì, per esempio una rivoluzione, comincerei adesso, ma, non ho fatto ancora colazione… ".
Fin qui tutti giudizi positivi. La formula infatti regge molto bene. Ciò che alla lunga potrebbe stancare del progetto Masoko è una certa ripetitività di ritmiche e suoni (che però è anche oramai un loro marchio di fabbrica), ma soprattutto lo spirito sarcastico e dissacratorio, presente sempre nei loro testi, che a mio avviso rischia di renderli un po' stucchevoli, e perché no, antipaticamente snob.
Pazzesca e spiazzante la traccia nascosta, dopo un'attesa di diversi minuti. Ma proprio perché nascosta dovete scoprirla per conto vostro dopo l'acquisto del cd.

Michele