Dedicato a chi ha meno di trent'anni o a chi i trenta li ha già passati ma nonostante la stempiatura e qualche capello grigio se ne sente addosso ancora quattordici, l'esordio discografico dei Masoko è una ventata d'aria fresca che ha il volto disteso di un liceale in procinto di godersi le sospirate vacanze estive. Undici brani spumeggianti il cui unico scopo è catturare il riff di chitarra più cool, vestirlo con una ritmica incalzante, decorarlo con coretti appiccicosi, accostarlo a testi che non siano le solite banalità tardo adolescenziali.
C'è da dire che i Masoko fanno i compiti con diligenza, regalando ai presenti scambi rapidi tra gli strumenti e brani ricchi d'energia, in una formula che sintetizza il punk melodico dei Buzzcocks, i prodromi ideologici del garage, l'approccio newyorkese degli Strokes e una passione incerta per reminiscenze melodiche anni '70. Insuperabile in questo senso la terna di Alfonso, Ferrari e Comfort posta in apertura di disco, vera e propria summa di uno stile che innalza i cambi di ritmo e i ritornelli bubble gum a primo comandamento, come del resto l'ironia di Cool, le slabbrature Hives di Scusa o le “stonature” pseudo-psych di Snob. Notevoli anche le liriche dei brani, impegnate a giocare tra slang giovanile e limature metriche necessarie, ganci destinati agli amanti del “pogo a tutti i costi” e coscienziosa ricerca di un livello qualitativo accettabile.
Unica pecca di un lavoro nel complesso buono, la tendenza a suonare alla lunga troppo uguale a se stesso. Una pippa da recensore che quelli che tra di voi aspettano con impazienza l'estate dopo nove mesi trascorsi sui banchi di scuola, non prenderanno minimamente in considerazione.

Fabrizio Zampighi