Mi perdoneranno gli Humanoira se approfitto dell'occasione per augurare buon compleanno decennale alla Snowdonia, la frizzante, instancabile label messinese che dunque da dieci anni si fa notare per le sue scelte e proposte atipiche e provocatorie, spesso un mix avant-pop colorato, trasversale, caramelloso, naïf, capace di scardinare musicalmente e concettualmente il comune senso del pudore nazional-popolare, con riferimento tanto alla canzone pop quanto alla sterilità di tanto indie-rock italiano. Da lì l'ultima provocazione o ponderata decisione (molto interessante per chi scrive) di produrre d'ora in poi solo progetti in lingua madre. E allora eccoci ai livornesi Humanoira con un titolo curioso come “L'arte di sciogliere la neve” e altre fantasiosi giochi di parole, fervori nonsense, immagini colorate ed inafferrabili riscontrabili già in altri titoli come “Nel raccapricciante scontro tra umorismo e noia”, “Perché il mio amore è pop”, “L'acchiappacitrulli”, “Quando Lenin arriverà!! (Ziguli)”. Determinante nell'economia del progetto una sarcastica attitudine al teatro di ricerca del quartetto (da cui l'inconfondibile voce di Carmelo Bene in “Muschio”), come intuibile dalle foto di copertina e interne nel booklet. E la musica? Sì certo, c'è anche della musica, forse un po' in retrovia, con i suoi slanci da pop progredito, suoni da modernariato indie-pop con qualche svagatezza progressive, con le sue bizzarrie naïf, qualche pennellata di sax e garbate striature electro. Tutto molto Snowdonia dunque, ma soprattutto per via di talune rare sintonie e convergenze per le quali quattro poliedrici giovani toscani trovano una speciale complicità con Cinzia (e Alberto) e il suo snowdoniano paese delle meraviglie. Cento di questi dischi ancora.

Loris Furlan