Cos'è L'arte di sciogliere la neve se non la capacità di sorprendere con le piccole cose, manipolare l'ovvietà rendendola speciale, creare un contesto sonoro tutto da ascoltare, con cui emozionarsi.

Ad essere sincero poco s'adatta all'universo multiforme degli Humanoira la semplice etichetta di gruppo rock.

Non che i suoi germi non siano presenti nei percorsi che questa band di Livorno, al suo album d'esordio per Snowdonia, riesce a tracciare. Ma il tutto è rimescolato, come gli stessi protagonisti ammettono, senza limiti compositivi, attraverso un uso costante, da un punto di vista musicale, d'elettronica, di synth ma anche di fiati, di trovate compositive, di sobbalzi ritmici.

La struttura dei brani si delinea attraverso una forte attitudine psichedelica, un ossessivo incedere che fa da contraltare ai giochi di parole, alle rime allegramente nazionalpopolari, al cantato dinamico e teatrale di Riccardo Vivaldi, che sa spaziare da personalissime interpretazioni (Adios Nonnini), all'uso dell'italiano recitato (L'acchiappacitrulli), al non curante romanticismo che fu (che è) del corregionale Fiumani e più di recente del kunzico Godano (Il mio Amore è Pop), ed ancora altro, per la verità.

Apprezzabili infine le esplorazioni nel mondo del rock più elettronico (Nel raccapricciante scontro tra umorismo & noia, Ciro e Anna) e quelle più soft (L'arte di sciogliere la neve) nelle quali la personale chiave di lettura del gruppo si mantiene inalterata, donandoci l'immagine di una band con tante idee ed un ottimo potenziale. (7/10)

Emmanuele Margiotta