L'attenzione di Snowdonia per la canzone negli ultimi anni si è fatta più accentuata, a cominciare proprio dal gruppo di casa, i Maisie che, con "Morte a 33 giri", due anni fa, uccidevano la musica leggera italiana. Le due nuove uscite dell'etichetta messinese, “L'arte di sciogliere la neve” degli Humanoira e “La vita sociale” di Jet Set Roger, non sono da meno, anzi, calcano la mano tramite un'immersione a pieni polmoni nella musica anni '80. I due gruppi in questione affrontano la sfida come una missione o come una condanna (‘scriverò canzoni tristi / ormai non c'è più scampo per me” canta Jet Set Roger in canzoni tristi). I riferimenti come detto, sono agli anni '80, sia per l'uno che per l'altro, con una propensione all'elettronica-wave da parte dei Humanoira e un'influenza più italiota per Jet Set Roger. Se avessi scritto questa recensione subito, qualche giorno dopo (e pochi ascolti dopo) aver ricevuto questi cd, forse non sarei qui a dire le seguenti cose. L'ascolto protratto a lungo mi ha fatto molto apprezzare le canzoni di questi dischi che a distanza di settimane si sono imposti come piccoli classici, tanto che non saprei dire se quei deja-vu che mi coglievano all'inizio durante l'ascolto, sono ora da ricondurre alle tante influenze subite dai due gruppi in questione oppure alla bravura degli stessi Humanoira e Jet Set Roger nello scrivere canzoni che ti si inchiodano nella testa.

(...) “L'arte di sciogliere la neve” non è niente male, come dicevo prima, ma è “La vita sociale” di Jet Set Roger il vero colpaccio della Snowdonia. Esso è un compendio di pop rock nazionale, dai Diaframma bubblegummizzati (La vita sociale; Il tossico e il commesso) a Battiato (Playboy, Sott'acqua), dal pop barocco (Canzoni tristi), alla new wave inglese (o fiorentina?) (Stupido romantico), al cantautorato da piano bar (La madre di rachele, a me ricorda
Francesco Baccini) o a quello glam di piccolo re della notte (Antony & The Johnsons?). Insomma, il gioco dei riferimenti e del ‘questo mi ricorda…' è quasi inesauribile, un po' come succede per quei geni del rimescolamento pop (Ariel Pink, tanto per dirne uno recente). Ciò che importa però è che il disco contiene più di un gioiellino che sarebbe davvero un peccato ignorare; di mio eliminerei solo qualche molthenismo di tanto in tanto. I miei preferiti: Playboy, Piccolo re della notte, La madre di Rachele, Sott'acqua).

Alfredo Rastelli