Fabrizio Somma è K-Conjog. Uno che si prende la premura di specificare: "nessuno strumento o campione è stato maltrattato durante la realizzazione di questo disco". Insomma: snowdoniano doc. A partire dal titolo di questo suo album d'esordio: Il nuovo è al passo coi tempi. Che altro aggiungere? Ah, già: il disco è ottimo, strutturato su intuizioni semplici ma profonde e ben realizzate.

Il bestiario imbastito a furia di campioni e field recordings in loop diventa tessitura astrusa tra le cui maglie spuntano ricami melodici minimali ma ficcanti (di piano, chitarra, ukulele...), nella cui ombra si agitano fantasmi ora blues/jazz ora rumba ora country-folk oppure mambo, con un fare da slacker reso cinico dal circolo vizioso della post-modernità, tuttavia disperatamente incline a trovare conforto nel potere lenitivo d'una melodia.

Potrebbe passare per il cuginastro scostante dei Mùm (Distesa), per il guru in incognito delle Cocorosie (Ippopotami), per il nipotino scellerato della Penguin Cafe Orchestra (Uno stupido) e forse anche di zio Brian Eno (la bellissima Il pensiero resta sempre da solo). Sensazioni di leggera follia, come diceva quel tale. Ma c'è sempre un po' di ragione nella follia, diceva il tal altro. In ogni caso, l'importante è stare al passo coi tempi. (7,2/10)

Stefano Solventi