Ce l'hanno fatta, finalmente. Ci giravano attorno da troppo tempo, inanellando incredibili colpi a effetto conclusi con lisci a porta vuota. Stavolta però i Masoko fanno un bel respiro, alzano la testa e mettono ordine. Niente pose, ma concretezza. Non è più un fatto di cravatte strette, frangette luccicose e openbar modaioli. Si tratta di osservare mondi e comportamenti, per burlarsene e scrivere belle canzoni. E così arriva un disco pensato, arrangiato e prodotto in modo magnifico. Merito anche di  Giorgio Canali, certo, ma soprattutto di una nuova consapevolezza. Tutto il mondo Masoko ha preso improvvisamente coscienza, inventando un piccolo gioiello di pop alternativo: frizzante, gustoso, ironico, trasversale. Addolcita la new wave  joydivisionista , la melodia prende a brillare e la schizofrenia diventa progetto, non solo vanità. Le chitarre confermano le intuizioni geniali, tra cupe sferzate a cento all'ora e giochetti zuccherosi. La sessione ritmica si illumina e prende per mano le canzoni, senza fare versacci da sala prove. E Davide De Leonardis non è più solo una versione romana di  Camerini  che canta nei  Gang of Four, ma una delle Voci più riconoscibili, curiose e carismatiche in circolazione nel mondo indipendente. Così arrivano potenziali hit radiofoniche, pronte per l'estate. Perchè nel disco, seppur di traverso, si canta e controcanta in allegria. Ascoltate "Fitness" o "Non devi aver paura" se volete la testa gonfia di ritornelli. Curiosate tra i tormenti di una ragazza da concerto in "Postgroupie". Godetevi il romanticismo agrodolce di "Troppi trucchi" o fatevi trasportare in un pogo surreale con lo schizzato post-punk di "Sei un Maiale". E visto che non potevano mancare gli ospiti, la chiusura è affidata ad un tripudio di falsetti con gli  Amari . "Masokismo" è un caleidoscopio di storielle pop, colorate da un arcobaleno che parte dalla new-wave, curva sul punk e arriva al brit-rock. Un disco riuscito, maturo nella sua giocosità, deliziosamente stupido e sgangherato. Frivolo nel proporsi, ma consapevole ed intelligente nell'imporsi. Compimento di tanti anni di grandi idee troppo spesso soffocate da un'attitudine alla  volemose bene . Non ancora un capolavoro, ma un disco davvero bello, da sorseggiare in allegria. Stavolta non ci sono dubbi: i Masoko ce l'hanno fatta, finalmente. 

Stefano Rocco