Sempre cari ci sono i frutti dell'albero Snowdonia, perché ricchi di polpa originale, magari geneticamente modificati a fin di bene. Questi PULP-iTO – progetto cangiante già dal CD “La vergine e la rivoluzione” a ora (?), attorno al nocciolo duro dei tre Giordani (Luca, chitarrista e cantante; Simone, batterista; Francesco, cantante e tastierista) e del violinista/tastierista Francesco Maria Brambilla – innestano il “Nuovo Rock Italiano” di quindici anni fa (in Pugnali d'aria risorgono i CSI , magari con Canali/Giordani a cantare invece di Ferretti, assieme a Ginevra De Marco/Birò) con le frondosità frastagliate richieste dai tempi moderni (la batteria lievemente asimmetrica e decisamente fantasiosa di Simone Giordani in Vita vergine, una delle più belle canzoni italiane degli ultimi cinque anni). Lo fanno molto bene: sono orecchiabili e decisi ( Stankovic ), come Subsonica del 2010, sapendo suonare (la chitarra di Giordani è molto convincente e personale, così come il violino di Brambilla: perfetta esemplificazione La luna e le stelle ) e scrivere canzoni. Pure la voce femminile bella di Birò, presente in quasi tutto “La vergine e la rivoluzione”, non fa ne tappezzeria ne melassa (Lei). Mirabile la sezione ritmica, con l'ottimo già citato Simone sugli scudi e il bassista del momento Tommaso Canal ( La balena : scommettiamo comunque che il nuovo Alessio Carlini potrà ripetere l'epica “Peter Hook” di quelle linee)
Un progetto su cui puntare, andando sul sicuro. (4,5/5)

Marco Fiori