I PULP-iTO e la vergine . I PULP-iTO e la rivoluzione . L'Italia canta. Il rock canta. Snowdonia canta. Snowdonia canta sempre. Cantiamo tutti. Cantate tutti. Cantanti tutti. Non canta più nessuno. Male. Troppo male. I PULP-iTO e il loro esordio discografico. Tredici anni di storia. Lecco, Lombardia. La lega ce l'ha duro. I lumbard ce l'hanno duro. I PULP-iTO di più. I PULP-iTO senza la vergine . I PULP-iTO e la rivoluzione inesistente. Non c'è nessuna rivoluzione . Non esiste nessuna rivoluzione . La rivoluzione non può più esistere. Cialtroni. Scemi. Pagliacci. Alternativi sfigati. Comunisti mangia bambini.

“La vergine e la rivoluzione ”, dieci brani, cinquanta minuti. I PULP-iTO senza confini, senza limiti. Nessun filo logico. Nessuno schema. Nessun paura. “ Nessun rimpianto, nessun rimorso soltanto certe volte capita che appena prima di dormire mi sembra di sentire il tuo ricordo che mi bussa  e mi fa male un po' ” (grazie Max). “La vergine e la rivoluzione ”, la luce psichedelica (“Vita vergine”), la new wave italiana e il Consorzio Suonatori Indipendenti (“… attento Ferretti il cavallo ti scalcia, attento Ferretti il montone ti monta… ”), il rock italiano (i Marlene Kuntz cantano i “Pugnali d'aria” e la “Rivoluzione”), il pop italiano (“… My favourite football player is Stankovic… ”), gocce elettroniche. “La vergine e la rivoluzione”, produce Snowdonia Records. Produce l'Italia.

Come sopra, tredici anni di storia, di concerti, di premi, di concorsi. I PULP-iTO al debutto, “La vergine e la rivoluzione”. La musica dello stivale. La musica nello stivale. Soltanto il rock e la new wave dei primi anni novanta. Sempre in prima fila.

Francesco Diodati