L'immagine dell'isola ha una fortissima carica emotiva e metaforica. L'isola evoca separazione, esclusione dal mondo, lontananza, ma è anche un luogo protetto, una comunità che basta a se stessa, una felice autarchia. Sbarcare sull'isola ha il sapore dell'esplorazione del nuovo e insieme il senso di chiudersi fuori dal mondo. Nel suo lungo racconto, pubblicato in allegato al Cd firmato dalle Forbici di Manitù e illustrato da Emanuela Biancuzzi, Alda Teodorani gioca fin dalla prima pagina con tutte le possibili valenze simboliche offerte dal concetto di isola. L'immagine dell'isola ha una fortissima carica emotiva e metaforica. L'isola evoca separazione, esclusione dal mondo, lontananza, ma è anche un luogo protetto, una comunità che basta a se stessa, una felice autarchia. Sbarcare un un'isola ha il sapore dell'esplorazione del nuovo e insieme il senso di chiudersi fuori dal mondo. Nel suo lungo racconto, pubblicato in allegato al Cd firmato dalle Forbici di Manitù e illustrato da Emanuela Biancuzzi, Alda Teodorani gioca fin dalla prima pagina con tutte le possibili valenze simboliche offerte dal concetto di isola. La situazione di partenza è semplice, quasi fin troppo scarna: una coppia in crisi decide, nel tentativo estremo di rinsaldare la propria unione, di concedersi una vacanza su un'isola particolare, dove l'unica costruzione è un albergo per due sole persone. Naturalmente, il tentativo non avrà successo. L'isolamento esaspera i fantasmi e le ossessioni della coppia, lo spazio fisico limitato comprime come un gas il risentimento e l'odio latente che ognuno dei due prova per l'altro, lo spazio esterno diventa un puro riflesso delle tensioni e torsioni interiori. La minuscola isola assume i contorni di un luogo mortifero, circondato da una distesa d'acqua corrotta; l'albergo è una sinistra casa dell'orrore, gestita da un personale che sembra uscito di peso da un racconto di Poe. L'utopia della coppia che ritrova se stessa nell'intimità dell'isolamento si ribalta e si invera quando i due trovano sì la loro vera natura, ma come mostruosità, ferocia e assassinio. Perfettamente funzionali al progetto le illustrazioni di Emanuela Biancuzzi pescano nel repertorio del grottesco e del delirante, così come le musiche del gruppo Le forbici di Manitù forniscono la colonna sonora ideale per questo racconto intenso e allucinato.

Fabio Nardini