ll racconto, il disco, il disegno: “L'isola” è un'opera che va oltre ogni riferimento, ogni semplice catalogazione; un lavoro unico nel suo “non-genere”: far emergere mostri che abitano in ognuno di noi.

Inarrestabile sopravvivenza, spossante Isola madida di storia e di tormenti. I fantasmi , corpi straziati dal tempo, luci che s'addensano su una spiaggia-mondo deserta, essi non hanno pace, cercano incessanti il perdono e l'origine di tanta sofferenza.

Incomunicabilità: l'antica traccia dello smarrimento umano, troppo umano, poca audacia e tanta violenza per sopperire alla perdita del sé.

I suoni, le parole, le immagini che rastrellano un io smarrito e folle, con calma apparente, sull'Isola annega e risale a nuova vita un delirio , accompagnato da rumori-suoni che sprofondano e riemergono proprio come fantasmi.

Plumbea è l'atmosfera che si respira per tutta la durata del disco, oscura è la trama del racconto, spaventoso è il tratto delle immagini che accompagnano l'Isola.

Un'aria rarefatta, il sale sulle labbra crepate, il viaggio di sola andata verso l'Isola; il suo significato è tutto nelle parole tracimate, sgozzate senza reticenza, sforzate e soffiate senza peso, in una sola parola: silenzio!

Alda Teodorani è una maestra dell'Horror, non nuova a progetti di questo genere, in quest'occasione hanno musicato ma soprattutto interpretato il suo racconto, “L'isola”, Le Forbici di Manitù , creando un dramma musicale di altissimo livello che ricorda in molti casi “Holy Wars” dei Tuxedomoon per la scia di musica da camera, elettronica minimale e scomposta, mentre la chitarra di Daniele Carretti (Offlaga Disco Pax, Magpie) avvicina le sonorità dalle parti della Wave italiana di fascia A.

Il misterioso Manitù Rossi e Vittore Baroni in una ventennale collaborazione ci hanno finalmente regalato il loro capolavoro, perché l'Isola oltre ad essere un ottimo racconto è un album bellissimo: un lavoro dettagliato, unico nel suo genere: una storia orrifica seguita dalle illustrazioni macabre di Emanuela Biancuzzi, chiusa da suite ambientali scarne e poderose. L'Isola rimarrà nella storia dell'Underground come un lavoro riuscito, una stratificata opera a tre teste.

La Snowdonia con “ L'isola ” conferma di essere una delle realtà più credibili ed incredibili del panorama musicale odierno. (8,5/10)

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