Tra le succose pietanze che la Snowdonia riesce a farci degustare in questo inizio 2011, è doveroso lasciare un angolo della cucina per N_sambo. In una realtà tendenzialmente sonnacchiosa come quella messinese, la Snowdonia funge un po' da catalizzatore di iniziative, riuscendo ad attirarne anche a livello regionale e nazionale: ecco spiegata la presenza di Nicola, livornese trentenne all'esordio sull'etichetta siciliana. Un'esperienza a livello locale con la band Pam gli permette di impratichirsi con computer, audio processing ed elettronica e dare il via a questo progetto, elettronico nella forma ma che affonda le radici nella psichedelia e nelle manifestazioni più acide del rock anni '60-'70. Con una particolare predilezione per Syd Barrett. Tanto da dedicargli in modo dichiarato ‘Zappaterra', ottava traccia del disco ‘Sofà Elettrico' che, come suggerisce il nome, complementa rilassatezza e comodità nella fruizione, ma anche instabilità voltaica e tensione. ‘La Giornata di Cloe' è uno dei brani migliori, con il suo arpeggio spudoratamente ‘If' dei Pink Floyd da cui scaturisce subito un samba elettronico quasi jungle. ‘Sofà' ha qualcosa del Battisti più ermetico degli anni '80, con in più un diluvio di synth che sarebbero piaciuti a Vangelis. ‘Arance' tiene fede al suo nome, e l'atmosfera si inasprisce: una cassa 4/4 fa da ariete per l'irruzione di un ghirigoro di synth circolare e ossessivo, nel quale fa capolino timidamente un coretto sornione e decadente. ‘Tre' inizia che sembra un giro di Michael Jackson, per poi diventare electro-dance, con l'intervento di guizzi saltuari e campionati di flauti e vibrafoni.  La carne al fuoco è tanta, e n_sambo riesce a districarsi bene tra le insidie di un disco esclusivamente strumentale, con le sue buone doti informatiche e di polistrumentista, nonché grazie al supporto di Giacomo Iasilli, Jody Guetta e altri, qua e là impegnati su percussioni, basso e altri strumenti. Disco vario e ben equilibrato, tra psichedelica, elettronica, squarci intimisti e classicisti e vene cantautorali, come la bella ‘Drake' conclusiva, omaggio esplicito al cantautore inglese. Un ultimo cenno lo merita il libretto interno, decorato con vignette coloratissime e dal sapore infantile, con tanto di citazione beatlesiana. (3,5/5)

Eugenio Zazzara