Ascoltare gli Zweisamkeit, trio leccese, dà l'idea di sbirciare un work in progress operoso, solitario ed ostico. Si ha l'impressione, infatti, che ascoltare il santuario della pazienza sia come decifrare un lessico sconnesso ma, al contempo, dotato di una logica ferrea. Stefanizzi, Matteo e Ferrante, infatti, praticano il do it yourself come urgenza espressiva e non per posa. Sullo sfondo ci sono le band tedesche, quelle 'kosmische' e quelle kraut, le influenze psichedeliche di prammatica e l'elettronica. Più in profondo, dentro quest'album, alberga invece una forte tensione creativa, che se ne frega delle etichette, va invece per la propria strada, e trae linfa vitale da qualsiasi forma d'arte.

Simone Bardazzi