Oscuro e torbidamente kafkiano, l'opener ‘Limiti Urbani', si rivela proto-wave electro, liricheggiante e sontuosamente classica, tra un Battiato d'annata e i sogni fluttuanti del letto volante in coperina. I Throbbing Gristle sembrano passeggiare ('Rumorbianco') assieme a ricorrenze kraute lungo le direttrici del disco, come se Neu!, Can e Tangerine Dream, fossero qualcosa in più che semplice ispirazione ('La rinascente', ‘Tutto ciò che ci tiene legati'). In reverse, il pop seppiato, e stranamente canterburiano, di ‘Come morire in un sogno'. A leggere in filigrana, tutt'altro che provocatoria, la nuova produzione Snowdonia, appare un atto di amore inconcusso verso la tradizione, lisergicamente battuta, ma senza l'abituale ridondanza adusa a produzioni di simile schiatta. E' un disco volutamente esoterico, estenuante ma circostanziato, agito da una pulsione sincera verso territori fondanti, tra surmodernità e passato ancestrale.

Giole Valenti