Che ci sia parecchio lavoro dietro a questo esordio sulla lunga distanza dei genovesi Upon (Unsolved Problems of Noise) lo dice da solo l'artwork, curato nel minimo dettaglio e con tanta creatività da Valentina Fenoglio, chiamata a rappresentare l'intricato concept "formicante" che sottende il disco jazzcore che non ti aspetti. Sia perché il genere, dopo anni di furori, oggi non va esattamente per la maggiore, sia perché il lavoro di David Avanzini (basso e sax), Matteo Orlandi (basso e chitarra) e Mattia Prando (batteria) è abbastanza ambizioso da superare i confini settoriali e farsi realmente narrativo (con tanto di campionamenti recitativi) e quindi adatto a veicolare un concept-album. Anzitutto il trio è praticamente doppio, potendo integrare, alla bisogna, tanto il sax quanto la chitarra. Così si può lasciare agli episodi coi fiati il maggior impatto muscolare (il lavoro della batteria, in continuo fremito, è particolarmente memorabile), mentre per buona parte del minutaggio gli Upon dimostrano di saper ricamare un'idea molto distopica, furiosa ed efficace di "psichedelia post hardcore", con punte d'astrazione niente male (dal crescendo di tensione del brano d'apertura ai glissandi di Il diavolo A4 fino al martellante incedere di Dormofobia). Non solo per fanatici del settore.

Federico Savini