E finalmente i Maisie si sono decisi a suonare davanti ad un pubblico! La formazione a tre è del tutto inedita: Cinzia, che non si esibiva dai tempi delle selezioni per lo zecchino d'oro del 1978, Luigi, che odia i live (ma ama le groupies) e Michele, passionale animale da palcoscenico, per nulla interessato alle fanciulle (solo perché è fidanzato). Siamo pronti per partire: io parto da Messina e da qui comincia il tour. Alberto (alla guida della mia Renault 19, stracolma, in stile esodo estivo) e Serena mi accompagneranno fino a Cosenza. Non ci crederete, ma nel brevissimo tragitto che separa casa nostra da quella di Serena, all'improvviso, l'inverno lascia il posto alla primavera! E che cavolo! Ma non poteva spuntare almeno una rondine prima, giusto per avvertirmi? Io ho la valigia piena di maglioni di lana, indosso gli scarponi da trekking e la giacca di pelle. In tre minuti la macchina si trasforma in sauna svedese. Prendo il cellulare e la chiamo: “Serena, salvami tu!”. La richiesta di soccorso non cade nel vuoto ed ecco arrivare Serena con un'enorme busta, dove, ha infilato, alla rinfusa, tutte le felpe, magliette e abiti primaverili che è riuscita a trafugare dal guardaroba della sorella Barbara.

Il viaggio nel traghetto si trasforma in una sfilata di Cinzia che, tra macchine e tir, prova tutti gli indumenti, valutando ogni possibile abbinamento con pignoleria degna di una diva anni ‘30 (questo mi sta, quello no, questo si intona al colore degli occhi, quello mi fa sembrare magra…).

Finita la traghettata, imbocchiamo la famigerata Reggio Calabria-Salerno. Procedendo a slalom tra deviazioni e trabocchetti di ogni sorta, giungiamo sani e salvi alle 19.00 a Paola e da qui, alle 19.30, Alberto e Serena prendono il treno per tornare a Messina. Io guido, con piglio da provetta automobilista, da Paola a Cosenza (e va bene, lo ammetto, mi sono persa, ho sbagliato direzione, stavo praticamente tornando a Messina e, in mezzo a un filo di nebbia, dopo soli 30 minuti di viaggio, già chiamavo Michele chiedendo conforto e rassicurazione). Dato che non c'è viaggio senza una degna colazione a sacco, ho anche portato salame e tonno in scatola per i panini, subito dopo cena li prepariamo. Saluto Teresa, la fidanzata di Michele e poi a letto presto, domani la giornata sarà lunga.

Io e Michele partiamo da Cosenza la mattina di domenica 1 Aprile alle 6.30. Luigi ci aspetta a Firenze già da due giorni, e da lì proseguiremo verso Empoli, dove ci ospiterà il nostro amico Andrea “Ance” Lovito. Intanto la macchina è sempre più carica: ai miei bagagli si sono aggiunti quelli di Michele, tutti gli strumenti, i computer e l'amplificatore. Il viaggio procede spedito e io non mi addormento, non rompo le scatole, né per andare in bagno ogni minuto, né per mangiare, visto che ho portato un sacco pieno di crostatine, biscotti, nutella, tarallucci e vino. Vinco quasi la coppa compagna di viaggio ideale dell'anno. La serena atmosfera da gita fuori porta è però turbata da una cattiva notizia: Teresa, la nonna di Michele, è morta ed è quindi giusto che lui torni a casa, per stare vicino alla famiglia. In quest'occasione Michele si comporta davvero come un gentleman d'altri tempi e decide di proseguire il viaggio fino a Roma per non lasciare me da sola in balia della mia nota imperizia alla guida. Ma chi mi accompagnerà nel tratto Roma-Firenze? Dopo un lungo e complicato brainstorming, arriva il colpo di genio: Filippo Migliorini!

Filippo è un amico di lunga data, snowdoniano da 10 anni, che, il giorno dopo, dovrebbe prendere un treno da Viterbo a Massa per assistere al concerto dei Maisie. Gli telefoniamo e lo becchiamo in pieno sonno. Qualche secondo per riprendersi dal brusco risveglio e iniziamo le trattative: sono le 11:40 e il treno per Roma è alle 12:00, la stazione è un po' lontana da casa sua, però promette che farà il possibile per non perderlo. L'impresa riesce: alle 13.40 Michele prende il treno per tornare a Reggio Calabria, e alle 13.00 è già arrivato Filippo. Momento di stallo: nessuno dei due conosce la strada giusta per riprendere l'autostrada e la proverbiale cortesia dei romani non aiuta “Aho! E cche nne so io, mica sò de qua” è l'unica risposta che riceviamo. Mi sforzo di ricostruire mentalmente il percorso fatto con Michele e alla fine ci riesco, anche grazie a Filippo, che sorprendentemente tira fuori dalla sua memoria alcune nozioni di toponomastica romana. Riprendiamo l'autostrada, direzione Firenze… sono in viaggio da quasi 7 ore ormai, ma guido speditamente a 130 all'ora e faccio dei gran sorpassi (Uffa! Ma perché dicono che non so guidare?). Ora la staffetta è finita, Filippo verrà con me a prendere Luigi e poi andremo ad Empoli, dove ci godremo il meritato riposo. Poco prima di arrivare nella città di Zeffirelli e di Luca Toni, Filippo mi comunica la sua intenzione di tornare subito a Viterbo, con il treno delle 17. Io non riesco a credere alle mie orecchie, lo dissuado e lo convinco che è molto più saggio restare con noi a Empoli (in verità perde semplicemente il treno delle 17 e non c'è posto su un altro fino a notte). Prenderà il treno dopo una notte di riposo. Ad Empoli veniamo splendidamente ospitati da Andrea “Ance” Lovito, musicista amico di Snowdonia. La sua casa è deliziosa: c'è un grande camino, le zucche appese al soffitto, le pareti colorate, piantine alle finestre (sembra di stare nella dimora di Maga Magò). C'è anche un modello di scheletro che mi ricorda la maglietta dei Maisie. Il paesaggio dalla finestra sembra una cartolina della Toscana: la campagna, i filari della vigna e 4 cipressi intorno ad una casetta. Andrea, da eccellente padrone di casa, ci prepara un materasso pieno di cuscini, tipo harem, e un divano morbidissimo destinato a Luigi. Io sono stanca morta, dimentico quasi di mangiare, di fare l'aerosol, di prendere le medicine, il sonno ha la meglio su tutto. Vorrrei preparare la pasta con il tonno che mi portavo dietro da Messina, ma chi ce la fa? L'indomani mattina Filippo riparte verso Roma, io cerco di recuperare energie e dormo fino a mezzogiorno. Appena svegli, ecco la nostra prima esibizione: Luigi ed io suoniamo alcune delle nostre canzoni in versione acustica. Andrea è l'unico, fortunato spettatore!

Nel pomeriggio i Maisie, ancora senza Michele, partono alla volta di Marina di Massa dove ci aspetta Orietta, nostra grande amica. Lei con Marcello, suo figlio, è arrivata da Milano per assistere al primo concerto del nostro primo tour (oltre che per soccorrermi con i sali in caso di panico da esibizione). Io non so con esattezza come abbiamo fatto a perderci, impiegando da Empoli a Massa il triplo del tempo necessario. So soltanto che in quel momento si inaugurava quella che sarebbe diventata una tradizione: i Maisie si perdono, i Maisie sono privi di senso dell'orientamento, i Maisie non sanno usare le cartine, i Maisie si perdono nella strada dall'albergo al locale, da casa al supermercato, i Maisie si perdono anche tra le uscite dell'autostrada e, per colpa della cantante, i Maisie si perdono anche metà della cartina dell'Italia, risucchiata in volo dal finestrino della macchina in corsa (la scena però era comicissima, vi assicuro!). Alle 21 devono chiamarmi per un'intervista alla radio di Sant'Elpidio A Mare; ci trovano, prima dispersi tra segnali opposti che indicano entrambi il mare e poi, rifugiati, come i superstiti dell'alba dei morti viventi, in un centro commerciale. Dopo l'intervista proseguiamo seguendo la direzione per il mare. Finalmente, dopo un'altra mezzora di deliranti sbagli, convinti di avere finalmente in pugno tutti i segreti stradali della Toscana, chiediamo ad Orietta di scendere sulla via principale (tipo: “tra cinque minuti arriviamo”). Ma come dei perfetti idioti, quali siamo, scopriamo, incredibile, ma vero, di avere creduto di trovarci sull'Adriatico anziché sul Tirreno. Eravamo convinti di trovarci già a Cesena, dove saremmo dovuti andare il giorno dopo, quindi, per raggiungere Orietta che ci diceva di andare verso Nord, guidavamo in direzione diametralmente opposta a quella giusta! Nella somma degli errori di percorso il risultato è stato quello di arrivare alle 21 anziché alle 23, perdendo così la possibilità di vedere i Faust (quelli di Diermaier) che suonavano al Tago Mago.

Orietta, splendida come sempre, ci fa trovare la tavola imbandita e la cosa ci consola non poco; andare, con questa stanchezza, in cerca di un posto dove mangiare, mi sembra un'impresa degna di Ercole. Ceniamo e finalmente andiamo a dormire. Domani ci raggiungerà con l'aereo Michele e cominceremo davvero il tour, evviva evviva i Maisie!

3 Aprile - concerto n° 1


Il giorno del primo concerto è finalmente arrivato. Appena sveglia trovo un sms di incoraggiamento da parte di Carmen (che questa volta non ha potuto essere con noi) e la cosa mi fa molto piacere. Luigi ed io andiamo a prendere Michele, compriamo la pasta da cucinare con il tonno (il turno per la scatoletta, che è partita con me da Messina, sembra essere finalmente arrivato!) e girovaghiamo per ipermercati e centri commerciali, un po' per fare passare le due ore che ci separano dall'arrivo di Filippo, un po' perché Luigi cerca una macchinetta per tagliarsi i capelli. Alla fine troviamo la macchinetta e raccogliamo Filippo che si ricongiunge alla banda. Come tradizione ci perdiamo al ritorno verso casa e Orietta deve nuovamente uscire in strada per farci segnali. La scatoletta di tonno deve però incassare un'altra delusione, le viene infatti preferito il pesto. Nel pomeriggio un'amnesia totale mi coglie e non ricordo nemmeno una parola delle canzoni. Ma mi convinco che è normale, come prima degli esami: ansia a 1000 all'ora e vuoti di memoria. Devo resistere e non cedere al panico, appena salirò sul palco ricorderò, come per magia, ogni cosa, ogni tassello andrà al suo posto, sono sicura andrà così. Ma se così non fosse? Nel dubbio mi faccio mandare una mail da Alberto con tutti i testi. Tanto alla fine non li guardo nemmeno. Andiamo a fare il sound check al Tago Mago con una cartina di Marina di Massa (altrimenti non lo troveremmo mai), con noi viene anche Marcello che non ha mai visto un concerto (quale miglior modo per iniziare?). Arriva anche Donato Epiro, magnifico musicista, che ci accompagnerà in questa data con il flauto. La squadra è al completo. Sono davvero contenta di iniziare il primo tour della storia dei Maisie qui al Tago Mago, Stefano Rossi è davvero una cara persona, partecipare, qualche anno prima, al Tago Fest I è stata una bella esperienza: ho incontrato un sacco di amici, ho conosciuto Donato Epiro che è qui con noi a suonare , insomma iniziare da un posto così familiare mi sembra bello.

Io attraverso tutti gli stadi possibili dell'ansia: amnesia, inappetenza, sospensione in aria, distacco dalla realtà, mancava solo l'apparizione dell'arcangelo Gabriele! All'ultimo minuto ho la chiara percezione di avere dimenticato il testo di “Maria”. È la canzone con il testo più lungo, lo sapevo che l'avrei dimenticato, mannaggia a me che non ho guardato i testi , maledetta presunzione, aiuto aiuto. Sono in macchina con Donato, Orietta e Marcello e il panico ormai mi ha assalito, che faccio?? Chiamo Alberto e gli dico: “Controlla il testo, apri il file, cavolo, sbrigati e dimmi: che cosa c'è in quella parte di testo che ho dimenticato? Cosa c'è tra “hai fatto uno sbaglio” e “ripensi all'attore”? Ah, non c'è niente, ah, sono consecutivi… Sicuro? Quindi non ho dimenticato niente! Che scema!” Intanto arrivano un po' di amici: gli Humanoira, gli A.S.O.B, orso toscano Luca Gennai, Mattia Di Rosa, suo fratello, Sergio dei Larsen lombriki, che mi dice “Miiii avete davvero un palco serio, sembrate dei musicisti veri, non come noi Larsen…”. Sul palco ci sono le chitarre, la tastiera, la mia tromba, le effettiere, il theremin; eh si, a parte l'aerosol, il megafono e la radiolina, sembriamo musicisti professionisti!

Ok cominciamo!

I Maisie, dietro "suggerimento" di Cinzia, adottano un look metallaro che vede Luigi con una maglietta dei Carcass, Michele con una maglietta dei Morbid Angel e me con una maglietta dei Maisie con i teschi, metal style. Marino Jose Malagnino ha registrato per noi un esorcismo (clicca e ascolta l'mp3) che, mandato prima di ogni concerto, depurerà l'aria dei locali da ogni scoria e impurità sonora.
Sul palco io sono in trance, non chiedetemi come e cosa ho fatto, mi sciolgo e mi tendo, seguendo la musica, è bello, le persone ci ascoltano, nessuno scappa via. Io parlo e canto, canto e parlo; le “code psichedeliche” sono arricchite dalla presenza del flauto di Donato, Michele e Luigi sono splendidi e, naturalmente, dimentico una frase nel testo di “Maria”. Pezzo centrale è “Lamento per la morte di Cristicchi”, brano per aerosol, theremin e feedback, dove il giovane vincitore di Sanremo 2007, dimenticato dai discografici, scompare e muore forse mangiato dal pesce gatto oppure steso dal morso di un ratto. Tutto suona bene, almeno qui sul palco, (anche se poi Mattia mi dirà che non si sentiva bene da giù) siamo felicissimi di come stiamo suonando e io sono a mio agio, che gioia. Alla fine, grande soddisfazione, ci dicono delle cose bellissime: io una leonessa, Michele e Luigi, splendidi e bravissimi in ogni veste, grande Donato e via con tutta una serie di lusinghieri commenti. Si avvicina anche Amaury Cambuzat che ci dice delle belle cose sul concerto. Evviva evviva i Maisie! Per prima cosa telefono ad Alberto e Serena, che sono a casa a Messina: erano in ansia e, apprensivi come un padre davanti alla sala parto, aspettavano notizie. Ora, a distanza, festeggiano con noi il bell'inizio del tour. Scopro un'altra cosa carina del Tago Mago che non conoscevo: la galleria dei piatti disegnati dai gruppi! È davvero una splendida idea e adesso aggiungeremo anche il piatto dei Maisie. Grazie a Stefano e al Tago Mago per averci invitato a suonare. Grazie a Donato che, subito dopo il concerto, parte per Taranto con la sua famiglia. E grazie tutti quelli che sono venuti a sentirci. Alla fine della serata Mattia mi regala un suo splendido libro di disegni e come dedica fa un disegno di noi sul palco, grazie! Lo userò come logo dei Maisie da ora in poi!

Eccomi a tirare le somme alla fine del primo concerto del primo tour dopo 11 anni di storia dei Maisie: non abbiamo sbagliato nulla o quasi, tutto è stato perfetto come lo avevamo in testa, bella cosa suonare dal vivo, mi piace!

E ora per motivi di spazio e stanchezza taglio corto (figuriamoci se fossi stata prolissa!)

4 Aprile - concerto n° 2

La mattina dopo il concerto partiamo con la solita macchina carica, salutati da Orietta, Marcello e Filippo. Orietta ci regala l'uovo di cioccolata che apriremo, come da tradizione, il giorno di Pasqua.

Naturalmente non c'è tempo per cucinare, rimetto a posto la solita scatola di tonno, mangeremo lungo la strada, in un ristorante nella contrada del gatto, delle meravigliose tagliatelle agli asparagi e funghi porcini. Ci mettiamo in viaggio per Cesena, pensando di essere partiti così presto da arrivare in anticipo sulla nostra tabella di marcia. Invece, sbagliando strada, arriviamo a Modena nord prima di capire che dovevamo girare a Bologna e un ingorgo orrendo peggiora il tutto. Arriviamo dopo aver percorso in 6 ore un tragitto che il sito Michelin prevedeva si facesse in 2 ore e mezza: ci buttiamo di corsa a scaricare la macchina, nemmeno il tempo di fermarsi un attimo a riposare o a salutare gli amici che sono già arrivati qui per vederci, e facciamo subito il sound check. Solo dopo un'ora, alla fine del sound check, scopriamo che qui, all'officina 49, i Maisie li immaginavano acustici. Non chiedetemi perché si sia creato quest'equivoco, ma decidiamo di modificare il concerto, eliminando dei brani dalla scaletta, per necessità; in queste condizioni di volume basso, i Maisie non sono i Maisie, perché le basi più d'impatto non hanno senso e non le suoneremo, i volumi sono così bassi che decido di non suonare la tromba altrimenti, anche senza microfono, coprirei tutti gli altri strumenti. Noi ci divertiamo lo stesso, ci piace suonare e, cavolo, ci sono anche delle persone che cantano con me i ritornelli di Morte a 33 giri, Finché la borsa va, L'inverno precoce; alla fine del concerto si avvicinano alcuni ragazzi, che mi chiedono un bel po' di cd di Snowdonia e dei Maisie (che però ho finito) e altri che ci seguono da tempo che sono contenti di averci visto dal vivo. Un ragazzo mi ha anche detto che ha comprato stasera il nostro disco perché è rimasto colpito, oltre che dal concerto, anche dalle parole che ho detto, in cui si è riconosciuto. Grazie a tutti! Un bacio ad Andrea dei Marquez e Valentina, la sua fidanzata, nostri grandi amici, che vengono a vederci e a Gianluca “Destijl” che è venuto per incontrarci e sentirci. Nel marasma generale, alla fine siamo riusciti a malapena a salutarci, peccato. Spero che la prossima volta si riesca a trovare il tempo per stare un po' a parlare! Velocemente incontro anche Simone, di Stereofonica festival, che mi dice di aver aiutato Roberta a fare questa data. Grazie a Giulia e Michele che ci hanno ospitato a Diolaguardia, a Maurizio, papà di Michele, e ai suoi amici per la simpatia e il buon vino! Non siamo riusciti quasi neanche a salutare Roberta Magnani: volevamo ringraziarla per il lavoro fatto nell'organizzare questo giro dei Maisie, tutti i giorni di seguito, i luoghi dislocati in modo geograficamente sensato, le cose funzionano bene anche grazie a lei. Ma sono propositiva, ci saranno certamente altre occasioni per vedersi.

Evviva il negozio di Cervia che, la mattina dopo il concerto, è rimasto aperto per aspettare Michele, alla disperata ricerca di una valvola per sostituire quella che si era rotta la notte prima.

5 Aprile - concerto n° 3

Cinema Astra, Misano adriatico: qui è una delle poche volte in cui arriviamo abbastanza presto (bella forza, è solo a 40 minuti di distanza!). Arriviamo al Gigi's residence e veniamo accolti da Michele che è una persona ospitale e davvero piacevole. (il Gigi dell'intestazione è il nonno). Abbiamo una fame spaventosa e, prima di ogni cosa, andiamo a fare la spesa. Cominciamo dall'idea di fare merenda con una torta salata, poi aggiungiamo le olive ascolane e via via, nell'ordine: salsiccia, pancetta da arrostire, pasta extra lux, ricotta fresca, squaquarone, pane biologico con i semi di farro, di avena e di tutti i cereali possibili e immaginabili, pane arabo e, per ultime ma non ultime, due bottiglie di vino. Altro che spuntino!
Quella che doveva essere la spesa per la merenda si trasforma in una sorta di approvvigionamento per tutta la settimana. Domani a pranzo avremo un banchetto quasi degno della corte di Luigi XIV, c'è la cucina e la useremo!
La saletta del cinema Astra è piccola e davvero carina, sembra un club anni ‘80, con i divanetti e le luci rosse che fanno intimità e trasgressione. Facciamo il sound check e, nonostante il nostro impegno, come al solito finiamo tardissimo: ceniamo di corsa e via sul palco! La situazione è intima e raccolta, ci sono poche persone, tra cui un tipo bizzarro della provincia di Agrigento, che lavora come operaio a Misano, ed è venuto sperando di sentire qualcuno parlare in dialetto siciliano. Per tutto il tempo continua a chiedermi che genere facciamo perché, dice, lui non capisce niente di musica. Però si diverte e applaude per la maggior parte del concerto. È davvero una soddisfazione per noi, il proletariato ci ama!
Altra cosa carina della serata: un ragazzo, che aveva visto i Maisie all'officina 49 la sera precedente, ha deciso di venire di nuovo stasera, portandosi dietro gli amici! Alla fine si è avvicinato per dirmi che gli era dispiaciuto di non aver potuto riascoltare “Lamento per la morte di Cristicchi”. Ma, purtroppo, per suonarlo serviva l'effetto che un amico di Davide Tafuzzy non mi ha portato, quindi nisba.

Baci ai Fitness Pump e grazie a Davide Tafuzzy, persona splendida, che ci ha aiutato organizzando sia il concerto di oggi, sia quello di domani al Bachelor. Purtroppo non potrà esserci per motivi di lavoro, assenza giustificata, e mi dispiace non poterlo incontrare: lui è uno del coro dei pirati nel disco nuovo dei Maisie, ci potevamo scolare insieme una bottiglia di rum, per festeggiare l'incontro. (Ma se io in questi giorni di tour e aperitivi e birra, al massimo bevo l'acqua tonica o la coca cola? Va bene, era per dire, fa romanzo e rock and roll revolution.)

6 Aprile - concerto n° 4

Consumiamo il luculliano banchetto, cucinato approfittando della cucina messaci a disposizione dall'ottimo Michele, partiamo, subito dopo i Simpsons, destinazione Fano. Neanche qui dovrebbe essere difficile arrivare e infatti non ci perdiamo. La cosa bella è che il sound check si farà verso le 20, quindi abbiamo tutto il tempo per riposare e fare un giro per Fano, che è deliziosa davvero. Passeggiando troviamo in un negozio delle maschere antipolvere e, per idea geniale di Michele, decidiamo che le indosseremo durante l'esorcismo di Marino Jose Malagnino che, ogni sera, propaga nel locale il suo messaggio anti-negatività: le mascherine serviranno a proteggerci dall'infezione, fino a che il rito non sarà compiuto.
Al Bachelor realizziamo con soddisfazione che l'impianto è ottimo, finalmente i Maisie riescono ad ottenere il suono desiderato. In attesa del concerto qualcuno mette su la musica di Frank Sinatra. Io e Michele balliamo insieme stretti stretti un lento nella sala vuota. Ah, che momento romantico!

Qui al Bachelor, anche se non c'ero mai stata prima, c'è un'aria di famiglia. Ci sono Rodolfo e tutti gli altri Faccions (che abbiamo prodotto nel 2000 e conosco dal 1998, che spesso, negli eventi snowdoniani, ci vengono a supportare), Vittorio degli Aerodynamics (che abbiamo conosciuto nel 1999 ad Arezzo Wave e che abbiamo prodotto nel 2000) e Mirko Prati
k, anche lui degli Aerodynamics, che ha organizzato e presentato la serata. Il Bachelor, come ho detto durante il concerto, è uno dei pochi locali che per i Maisie ha usato definizioni in cui mi riconosco, certo è perchè il comunicato l'ha scritto Mirko: “musica per ragazzi col ciuffo e per stempiati, per giovani e per anziani.” E io aggiungo che facciamo musica per pelati con la brillantina. (E qualcuno scrive sul libro di Snowdonia: "È Mirko il pelato con la brillantina!"). Ci divertiamo a suonare, il palco è bello, il locale anche e l'aria è satura di vibrazioni positive. Alla fine del concerto inizia una serata di rock & roll, noi siamo così gasati che, anziché sistemare le cose, ci mettiamo a ballare tutti e tre insieme, io sudo e mi stanco più adesso che durante l'esibizione. Dovrei risparmiare energie, ancora ci aspettano 2 giorni di viaggi, spostamenti e concerti, ma siamo davvero troppo contenti per stare fermi. Bella serata davvero! Un saluto a Tommaso delle RareTracce che per sentire i Maisie ha anticipato il suo arrivo da Roma e all'amico di Davide che a Misano non mi ha montato il reverbero (e invece mi aveva detto di averlo fatto!) e che stasera è venuto a vederci suonare. Il posto dove dormiremo è carino da morire, i letti in ferro battuto con i piumini morbidissimi, le tendine colorate, circondato dalla campagna e di fronte la vigna che sale sul dorso della collina. La signora del bed & breakfast è deliziosa e perfetta come tutto il resto, ci facciamo delle foto insieme e lei ci tiene a togliere il grembiule, che non fa elegante. E allora, per par condicio, nell'altra foto, il grembiule lo indosserò io!

7 Aprile - concerto n° 5

Stamattina tutto è pronto per la colazione e noi, visto che la cucina è a nostra disposizione e c'è praticamente tutto, vorremmo cucinare: candidata ufficiale è la pasta col famigerato tonno che sta invecchiando con noi. Ma anche qui la saggezza ci suggerisce che faremmo troppo tardi e, dopo aver fatto una serie di foto davanti alla casetta più carina del posto, scappiamo.
Lungo la strada ci fermiamo a fare benzina e davanti al distributore c'è un locale che, guarda caso, si chiama proprio come il titolo di una nostra canzone, io posso non fare una foto? No, non resisto! Luigi prova a ribellarsi, ma alla fine si arrende ed ecco allora i Maisie al completo davanti all'obiettivo (io sono la macchiolina rossa riflessa nello specchio a sinistra, qualcuno doveva pur scattare la foto!).
Questo viaggio non dovrebbe essere lunghissimo, rientriamo verso ovest solo per circa 3 ore, ma comincio a essere stanca e recuperare le energie diventa sempre più faticoso. Arriviamo a Terni in versione zombies per scoprire che il comitato di benvenuto era forse in pausa pranzo: nessuno aveva immaginato o previsto che avessimo bisogno di un bagno o di una casa dove riposare per le 6 ore che ci separano dal concerto! Una delle prime frasi di benvenuto che ci rivolgono è un commento spiritoso sull'aspetto vissuto della nostra fida macchina che, lo ammetto, bella non è, ma la difendo: la mia renault 19 chamade fa il suo dovere e, carica fino a sfidare la legge dell'incomprimibilità dei corpi, ci ha portato in giro per mezza Italia, senza accusare stanchezza e senza lamentarsi. Che puoi chiedere di più ad una macchina che ha 12 anni di vita?
Intanto trovano una soluzione al problema “igiene personale” dei Maisie: una loro amica, ragazza gentilissima e graziosa, ci ospita per il pomeriggio, mettendoci a disposizione la sua bella casa, grazie!
Il posto dove suoneremo stasera è una galleria d'arte in stile minimale, con divanetti e tavolini bassi da una parte e i libri esposti lungo una parete ondeggiante dall'altra. Da vedere di giorno è davvero bello, la postazione dove suoneremo è graziosa, in fondo al "salone", e io mi approprio di un tavolinetto basso su cui sistemo i miei "strumenti". La sera invece mi sembra che il tutto risulti un po' freddo: troppa luce, troppo bianco, manca l'atmosfera, come se il posto non fosse stato mai davvero “vissuto”, anche le persone sembrano imbarazzate, ci si vede un po' troppo per essere un locale dove si suona. Ci spiegano che vorrebbero fare dei cambiamenti, ma che ancora non sono certi che il locale non sia assegnato dal comune ad un'altro uso, quindi perchè impegnarsi a cambiare la struttura? Il fonico, un loro amico, è un tipo simpatico, sempre sorridente e pacioso; nonostante l'impianto sia buono, dovrà lottare per fare dei bei suoni, perchè il cemento dell'edificio fa rimbombare tutto, creando un effetto tipo piazza San Pietro durante l'Angelus.
Il comitato accoglienza segna un altro punto a suo favore perchè l
a cena è ottima: gnocchi al sugo, salumi e vino e mangiare sui tavolini in stile giapponese è carino. Ci tengono compagnia due gemelli che, secondo noi, hanno ispirato Corrado Guzzanti per il personaggio di Lorenzo. Fusi, completamente fuori di testa, recitano a memoria intere scene di commedie sexy all'italiana, di cui sono appassionati; per un paio di volte di seguito ci propinano la stessa scena di “Zucchero, miele e peperoncino”, interpretata con la capacità istrionica tipica del folle inconsapevole. A fine serata, i "Fat boys" ci accompagnano nel luogo dove dormiremo e questa è la parte avventurosa della serata: la pur spartana definizione ufficiale di una “stanza con materassi” non lo descrive con efficacia. Ci ritroviamo nottetempo in campagna, dove è collocato l'edificio, senza una torcia, al buio, procedendo a tentoni per il cortile e tra le stanze vuote, finchè non si trova il quadro elettrico e un riflettore da usare come luce per il bagno: il posto è un centro culturale alternativo, che certamente è bello vissuto di giorno, con un giardino intorno, pieno di spazi dove fare cose creative (un laboratorio teatrale, un cineforum) ma che, come posto dove passare la notte, si rivela perlomeno scomodo. Probabilmente siamo troppo borghesi e viziati per adattarci a dormire in una stanza fredda, senza un bagno degno di questo nome, piena di polvere, su dei materassi alti mezzo centimetro. Uniti stretti stretti, su due piccoli divani, ci corichiamo in tre. Va beh, meglio che dormire a terra come ci avevano invitato a fare!

8 Aprile - concerto n° 6


Tutto sommato mi sono svegliata di buon umore, ripensando al ridicolo tentativo di riscaldare una stanza gigantesca con una mini stufa elettrica e a Michele che cercava di far stare in equilibrio un vecchio e polveroso divano zoppo dell'ikea, che avrebbe voluto utilizzare per dormire.
Questa è la prima mattina in cui ci alziamo presto (chissà perché), alle 9 siamo già svegli e in fuga. Colazione al bar e via verso l‘ultima tappa: il St.Indie festival di Sant'Elpidio a mare. Anche qui arriviamo presto, in tempo per riposarci e riprendere energie. Finalmente incontro Walter, con cui da mesi mi sento al telefono. Lui è davvero garbato, piacevole, un ragazzo di quelli che piacciono alle mamme (e pure alle figlie, va!). Ci accompagna al bed & breakfast e lì, finalmente, si realizza il nostro desiderio di trovare un letto e un bagno. Dopo una pausa meditativa sul balcone, mi faccio la doccia più lunga del secolo e una dormita di quasi 3 ore. Anche Michele e Luigi crollano!

Al sound check ci rendiamo conto, con estrema soddisfazione, che tutto suona alla grande, si vede quando le cose sono organizzate bene! Le basi vengono fuori in tutta la loro potenza, le chitarre svettano e la voce c'è! Tutti i ragazzi di Marca invaders hanno delle facce simpatiche, ci regalano la maglietta del festival, facciamo merenda insieme e respiriamo una bella atmosfera. Tutte le altre sere abbiamo fatto i metallari, con grande dispiacere di Luigi, che voleva fare il dark; stasera allora optiamo per un look che vuole lui e finalmente è felice: il più gotico dei tre è lui, indossa una camicia nera col colletto alla coreana e pantaloni neri, tipo camerata, io ho un vestito a righe rosse e nere in stile anni '80, Michele una maglia aderente e un pantalone nero (più che dark sembra un misto tra Dario Fo negli anni '70 e un topo d'albergo). Tutti e tre insieme sembriamo i cattivi di Superman 2, diciamo poco dark e molto fumettone! È l'ultimo concerto di questo giro ed è la prima data che abbiamo fissato, ci teniamo a dare il massimo. Suoniamo pieni di energia e Michele si inventa anche un colpo di teatro: durante l'esecuzione di “Lamento per la morte di Cristicchi”, scendiamo dal palco e lasciamo strumenti, aerosol, radio e theremin a suonare da soli. Io canto in maniera particolarmente appassionata, tanto chi se ne frega se la voce va via? È l'ultima data!

Tra il pubblico, una cara conoscenza di Snowdonia e dei Maisie: Riccardo Amabili è qui con Eleonora, la sua fidanzata. Lui è uno degli Scarapocchio, prodotti da noi nel 2004, ed ha anche cantato con me “Una canzone riciclata” su Morte a 33 giri. La cena e la compagnia degli amici di Walter è piacevolissima: ci hanno preparato un sacco di bontà e, come speravo, ci sono delle magnifiche olive ascolane fatte in casa. Era dalla prima telefonata con Walter che ne parlavamo, adoro le olive ascolane! E sapendolo, ne hanno preparate tantissime. Si compie anche il rito dell'apertura dell'uovo di Pasqua e la sorpresa, in ulteriore segno di ospitalità, viene assegnata a me! È una bella nottata, i Maisie sono felici, stanchi ma felici.

9 Aprile

Sant'Elpidio a Mare è un paese delizioso e dal balcone del bed and breakfast c'è un magnifico panorama! Purtroppo non abbiamo tempo, dobbiamo partire presto per andare verso casetta; facciamo il viaggio in una sola tirata e l'unica pausa è per mangiare delle lasagne incommentabili in un autogrill. Alberto e Serena ricompongono la staffetta venendo a prendermi a Cosenza, nessuno dimentichi che Cinzia non deve guidare. Potrei cucinare la pasta col tonno adesso, a Cosenza! Ahahahah ma chi ce la fa a cucinare dopo 7 ore di viaggio? La scatoletta torna intatta con me a Messina. Una pizza a Pizzo è la nostra cena, oltre che il nostro stupido passatempo linguistico per una decina di minuti, un pezzo di pizza di pizzo a pezzi, una pizza in piazza a pizzo e così via, che volete farci? Siamo stupidi, siamo i Maisie.

P.S. Grazie a quelli che sono venuti a sentirci, a quelli che ci hanno fatto foto, a quelli che ci hanno parlato e a quelli che non ci hanno detto nulla, a quelli che ci hanno lasciato commenti sul libro degli ospiti di Snowdonia, a quelli che ci hanno salutato su myspace prima e dopo i concerti, a quelli che ci conoscono e sono venuti sentirci per questo e a quelli che non ci conoscevano, ma ci hanno sentito e gli siamo piaciuti. Un bacio a tutti.