A - Rivista Anarchica n.7, anno 30 - Ottobre 2000

Snowdonia


I cd di Snowdonia sono un altro caso a parte perchè delle piatte scatolette con dentro i consueti pezzetti rotondi di plastica d'argento che contengono musica digitale condividono solo le forme geometriche: dentro c'è cibo difficile per le orecchie. Cibo che non è sempre digeribile, oppure socialmente accettabile; d'altra parte un "normalissimo" menu standard offerto da McDonald offende 13 religioni e il 61% della popolazione mondiale... (fonte: Colors, 1994).
Torniamo alla musica: ogni tanto (e questa è una di quelle volte) si incontrano certi musicisti strani che danno vita ed energia a quel mondo a parte che tantissimi giornalisti musicali, incapaci di sintonizzarsi oppure poco disposti ad usare le orecchie e il cuore, hanno chiamato antimusica, musica/contro, non-musica... o non hanno definito affatto, semplicemente lasciandola fuori delle pagine ufficiali della musica ufficiale e facendo finta che non esista.
Snowdonia è un nome conosciuto nei nostri giri marginali fin dai tempi delle fanzine combattenti degli anni Ottanta: era appunto un osservatorio cartaceo sul sottobosco musicale indipendente durato una manciata di numeri, nato da un'idea e tenuto in vita dalla testardaggine di Marco Pustianaz.
Dopo un pò di tempo e qualche sbandamento, il progetto è stato preso in mano da Cinzia La Fauci, che ha trasferito la base operativa di Snowdonia da Torino a Messina e ha saputo trasformare la fanzine in etichetta discografica mantenendone inalterato l'amore sconfinato per le musiche piccine, diverse, strane, sottili.
Snowdonia è diversa da Setola e da Fringes, sia come terreno di gioco (ci si muove in territori sonori più popolari e spesso-ma-non-necessariamente secondo forme musicali più semplici all'ascolto) che come strategie di diffusione (i titoli di Snowdonia sono distribuiti tramite Audioglobe di Firenze, hanno quindi una diffusione commerciale che però come potrete rendervi conto tra poco, non compromette in alcun modo l'integrità artistica/politica/creativa di ciascuna realizzazione).
Appena un paio di righe fa parlavo di gioco, e penso sia questa una delle caratteristiche fondamentali di Snowdonia: nonostante il supporto tecnologico digitale e serioso, la mentalità l'atteggiamento comune dei musicisti snowdoniani sembra quello dei ragazzini che registrano le loro cassette in camera da letto, frullando tutte le influenze e quello che entra nelle orecchie e sognando di inventare la canzone perfetta.
Gli snowdoniani sono anonimi ed irriconoscibili a prima vista, si nascondono ovunque e prediligono i margini e le zone d'ombra della scena rock italiana. Sembra quasi che aspettino il colpo di culo o il superenalotto, come è successo all'anonimo snowdoniano Giustino di Gregorio che ha visto ristampato il suo "Sprut" (originariamente stampato in casa in sole 500 copie, una faticaccia a confezionarle e diffonderle...) dall'etichetta iper-trendy Tzadik.
Un'altra caratteristica di Snowdonia sono le compilation internazionali a tema: dentro c'è di tutto, letteralmente e musicalmente parlando, e non scherzo.
Prendiamo la raccolta "Snowdoniani baccelloni invadono Megaton 4", fantascientifica già nel titolo e nelle dimensioni, due cd stracarichi di musica pop jazz lounge lasciata marcire al sole, quindi immaginatevi il risultato. Elenco solo qualche italiano tra i partecipanti: il collettivo Timet e gli Anatrofobia (che di solito si muovono in ambienti, come dire, più ben vestiti, più seri, più jazz, e che qui lasciano scoprire di sè lati sonori nascosti e curiosi), i Parts (rock industriale, si potrebbe dire, ma è un'etichetta che gli va stretta), il rumorista inascoltabile Daniele Brusaschetto (ho sentito che le sue performances fanno con il pubblico lo stesso effetto che l'Autan fa con le zanzare, ma forse è una cattiveria gratuita)...
E segnalo un'altra e più recente raccolta, "Atomic milk throwers", nelle intenzioni "una porno compilation" che offre nella stessa confezione racconti biostimolatori e ritagli grafici di riviste del settore oltre che un cd con dentro in ordine sparso Starfuckers e Day and Taxi (il superserioso trio di Christoph Gallio), Maisie e Chris Carter (quello dei Throbbing Gristle), Trespassers W e Gianni Gebbia, Arto Lindsay e lo Scavenger Quartet. Vale a dire una miscela inaudita di quanto più concettualmente distante possa esistere sulla faccia del mondo sonoro contemporaneo.
Dimenticavo: ecco un'altra caratteristica di Snowdonia. Le collaborazioni con altre piccole etichette discografiche, una cosa che succede poco di frequente e anzi è pratica decisamente controcorrente. Un esempio concreto: frutto di collaborazione tra Snowdonia e la microscopica indie milanese Bar La Muerte è l'album delle Allun, sono tutte ragazze e sono la cosa più intelligente che gli anticorpi mentali della specie umana abbiano generato per contrastare l'abominio delle Spice Girls e delle donne rock ufficiali. Sono coraggiose, le Allun, e sinceramente terribili. E, meglio di tutto, non assomigliano a nessuno. Bisogna farsi coraggio e ascoltare, e basta.
Snowdonia ha offerto alcune copie della pornoraccolta "Atomic milk throwers" ed altri titoli sparsi dal proprio catalogo come sostegno alla nostra rivista (vedi Musica per A).


Marco Pandin